Secondo lo studio di settore realizzato da Jakala per Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, il 2024 è stato un anno difficile per il vending, calato sia in termini di fatturato sia di consumazioni sia di parco macchine.
Il giro d’affari del comparto si attesta a circa 1,6 miliardi di euro (-1,6%), mentre le consumazioni scendono a 3,8 miliardi (-3,7%) e cala anche il parco macchine a 808.631 distributori sul territorio (-2,7%). A pesare principalmente sui risultati del comparto una generale frenata del tessuto economico italiano, in particolar modo del settore manifatturiero che, da solo, vale per il 30% delle consumazioni del vending. Stabile il mercato dell’office coffee service (Ocs) che nel 2024 supera i 401 milioni di fatturato (+1%) e registra oltre 1,11 miliardi di consumazioni (+0,9%). Il giro d’affari totale del comparto è quindi pari a 1,9 miliardi di euro e oltre 4,9 miliardi di consumazioni.
Il calo riguarda tutte le tipologie di prodotti: dalle bevande calde (-3,4%) a quelle fredde (-4,5%), dagli snack (-4,7%) ai gelati (-34,8%). Tra le bevande calde, anche il caffè, re delle consumazioni alle vending machine, nel 2024 ha subito una frenata (-2,9%) figlia della ripresa dello smart working e dell’aumento della cassa integrazione, che hanno ridotto il numero di lavoratori nelle imprese e quindi le consumazioni. Precipitazioni frequenti e temperature in genere più miti di altri anni durante l’estate hanno causato una contrazione delle consumazioni delle bevande fredde, anche di prodotti come l’acqua minerale (-3,5%), le bevande gasate (-8,1%) e il tè freddo (-13,5%).
“Da quanto è emerso dai dati provvisori dei primi tre mesi dell’anno, la tendenza negativa registrata nel 2024 sembra si stia confermando anche per il 2025 – commenta Massimo Trapletti, presidente di Confida – e stimiamo una contrazione nei consumi di un ulteriore 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Le ragioni di questa flessione sono molteplici e intrecciate tra loro: calo della produzione industriale, crescita della cassa integrazione, ripresa dello smart working e l’inflazione che ha portato a una riduzione del potere d’acquisto dei consumatori. Per far fronte a questa situazione il settore deve rimanere coeso, focalizzarsi sull’innovazione e sulla centralità del consumatore”.