Secondo la ricerca realizzata da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia, in collaborazione con Althesys, società di ricerca indipendente, in Italia nel 2022 l’e-commerce ha generato un valore condiviso di oltre 133,6 miliardi di euro, pari al 7% del Pil, un dato che, rispetto all’anno precedente, è cresciuto del 13,9%.
Inoltre, considerando gli effetti indotti, diretti e indiretti, la filiera contribuisce a creare 1,6 milioni di posti di lavoro (+12,4% rispetto al 2021), rappresentando il 6,4% degli occupati in Italia, per un totale di 35 miliardi di euro di salari lordi nella sola filiera (+13,2% rispetto al 2021). Grazie a questo valore, lo Stato può investire 49,6 miliardi di euro in servizi pubblici e infrastrutture, migliorando il benessere della collettività e supportando lo sviluppo economico del Paese con il 37% del totale generato, che corrisponde al 9,1% delle entrate fiscali 2022.
“L’e-commerce come ‘nemico da contrastare’ è un pregiudizio infondato e superato – commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm – i numeri parlano chiaro: il 7% del Pil del nostro Paese è generato dall’impatto che la filiera del commercio online ha sull’economia italiana. La politica non può ignorare queste evidenze: stiamo parlando di un comparto che vale oltre 133,6 miliardi di euro, il cui 37% è assorbito dallo Stato tra imposte e contributi, a beneficio dell’intero sistema. Oggi, il 4,7% del totale del fatturato delle aziende italiane viene registrato dal canale e-commerce. Pur essendo una percentuale in crescita, essendo quasi raddoppiata dal 2014 quando era al 2,2%, le potenzialità di sviluppo di questo settore sono ancora molto ampie. Il grado di digitalizzazione delle nostre imprese è ancora insufficiente e sono necessarie politiche che le supportino nel cogliere le opportunità di aprirsi ai mercati internazionali attraverso il digitale, incrementando l’export”.
La ricerca di Netcomm ha individuato tre macro-fasi in cui sono raggruppate tutte le categorie che compongono l’intera filiera dell’e-commerce, che vede al centro gli online seller (retailer, brand e marketplace), a monte i fornitori (servizi informatici, di marketing, consulenza, componenti materiali e altri servizi) e a valle il supporto alle attività di vendita (logistica e sistemi di pagamento). Gran parte del valore condiviso (il 46,4%) si genera nella fase centrale, ossia quella delle attività degli online seller, che corrisponde a 61,9 miliardi di euro (+8,5% rispetto al 2021), con 773mila persone occupate (+7,7%). Il resto del valore è equamente distribuito tra le altre due fasi.