Lotta alle contraffazioni online: pubblicato il rapporto finale del progetto FATA
Il ruolo dell’e-commerce resta limitato nella vendita dei prodotti contraffatti rispetto ai mercati tradizionali. È questo uno dei tanti risultati emersi dal rapporto finale del progetto FATA – From Awareness to Action, prima ricerca in Italia che analizza in modo sistematico l’evoluzione e i modi operandi della contraffazione nei mercati online, frutto di una collaborazione inedita tra Università Cattolica del Sacro Cuore ed il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con il supporto di Amazon.
Il rapporto, basato sull’analisi di numerosi casi studio a livello nazionale e internazionale e interviste con i principali stakeholder del settore pubblico e privato ha infatti evidenziato che, seppur in termini di volumi il 56% dei sequestri doganali nell'UE nel periodo 2017-2019 risulti legato alle vendite online, in termini di valore economico solo il 14% delle merci sequestrate è legato all’online, mentre l'86% afferisce alle vendite tradizionali. Dallo studio sono emerse anche differenze rilevanti tra i diversi attori del settore e-commerce in termini di investimenti e di efficacia degli strumenti utilizzati, nonché l’utilizzo contestuale di più canali online da parte dei criminali, con un ruolo crescente giocato dai social network.
Altre evidenze sono poi rappresentate dal legame sempre più stretto tra contraffazione e altri reati di tipo cyber o finanziario, quali furto di identità degli utenti web, frodi nei pagamenti, resi fraudolenti, diffusione di software malevoli e ransomware.
Non solo. Il report ha anche identificato diverse buone pratiche e raccomandazioni, e in particolare l’esigenza di rafforzare il monitoraggio del fenomeno, ad esempio tramite la costituzione di un osservatorio scientifico che crei e gestisca una banca dati di casi e schemi di anomalia accessibile ad autorità pubbliche e stakeholder privati.
Altrettanto utile è anche ampliare i canali per lo scambio di informazioni, anche a livello transnazionale, tra settore pubblico e settore privato, su account e metodi di pagamento sospetti, modalità di vendita e schemi utilizzati, nonché potenziare le capacità tecnologiche e di analisi delle autorità pubbliche e delle aziende private attraverso una formazione specifica sugli strumenti di data analytics e sulle informazioni o fonti dati utilizzabili, per sfruttare meglio i dati disponibili e tracciare l’origine dei prodotti, le inserzioni e le attività sul web e i venditori ad alto rischio.
“Il report rappresenta uno strumento molto importante per conoscere a fondo il fenomeno della contraffazione nei mercati on line, a livello sia nazionale sia internazionale. Lo studio elaborato dall’Università Cattolica con la collaborazione del Viminale offre molti spunti di riflessione per rafforzare l’azione di tutela del settore dell’e-commerce che, anche in virtù degli alti numeri in termini di fatturato e di utenti, è costantemente esposto alle minacce criminali. Questa azione è necessaria non solo per salvaguardare i consumatori, soprattutto quelli più esposti alle truffe, ma anche gli imprenditori che subiscono danni alla loro immagine ed agli investimenti per le contraffazioni dei prodotti e le violazioni della proprietà industriale” ha dichiarato la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese commentando il progetto.
“La Direzione Centrale della Polizia Criminale, Ufficio interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, ha condiviso con entusiasmo l’iniziativa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, poiché contribuisce all’approfondimento della conoscenza del fenomeno della contraffazione online e all’individuazione di sempre più incisive strategie di prevenzione e contrasto. Per affrontare efficacemente un fenomeno in continua evoluzione come la contraffazione, il progetto FATA costituisce un importante punto di partenza. È fondamentale mettere a fattor comune competenze trasversali per affrontare le sfide del presente e del futuro”, ha dichiarato il Prefetto Vittorio Rizzi, Vice Direttore Generale della P.S. – Direttore Centrale della Polizia Criminale.
“Crime&tech-Università Cattolica del Sacro Cuore è lieta di aver condotto questo studio insieme alla Direzione Centrale della Polizia Criminale, Ufficio Interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, e con il supporto di Amazon. Nonostante la sua rilevanza, la contraffazione online è un fenomeno ancora poco conosciuto che richiede una strategia di contrasto specifica. Il progetto FATA rappresenta il primo passo in questa direzione grazie ad una collaborazione sempre più stretta tra i diversi attori coinvolti. La ricerca accademica può contribuire significativamente alla lotta alla contraffazione, integrando l’esperienza e le soluzioni innovative degli attori pubblici e privati”, ha dichiarato il Prof. Ernesto U. Savona, Direttore del centro di ricerca Transcrime e CEO di Crime&tech-Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Siamo lieti di aver supportato questo studio e ci auguriamo che questa alleanza contribuisca a contrastare un fenomeno che toglie valore a tutti gli attori economici coinvolti. Portiamo al tavolo l’esperienza del nostro approccio globale basato su solidi controlli proattivi, innovativi strumenti di protezione dei marchi e sulla collaborazione pubblico-privata per prevenire la contraffazione in tutto il settore” ha dichiarato Mariangela Marseglia, Country Manager di Amazon.it e Amazon.es. “Solo nel 2020 Amazon ha investito più di 700 milioni di dollari e ha impiegato più di 10.000 persone per proteggere il nostro negozio da frodi e abusi. Nonostante i positivi risultati raggiunti, il settore privato e gli enti pubblici devono incrementare i loro sforzi e lavorare insieme per garantire un’esperienza di acquisto sicura, proteggendo i consumatori, i brand e i gestori dei negozi. La ripresa della nostra economia si basa anche su questo impegno congiunto” ha concluso Mariangela Marseglia.
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