Rainer Haag nominato nuovo ceo Europa di Dhl Supply Chain
Dhl Supply Chain, azienda mondiale attiva nella logistica contrattuale, ha nominato Rainer Haag nuovo ceo di Dhl Supply Chain Europe.
Il commercio online sta alimentando la vendita di prodotti contraffatti e sta diventando il principale catalizzatore per la distribuzione di tali prodotti. A lanciare l’allarme è il nuovo studio EUIPO-OCSE dal titolo «Misuse of e-commerce for trade in counterfeits» effettuato allo scopo di analizzare i dati dei sequestri doganali di prodotti alle frontiere esterne dell’Unione europea ed esaminare in che maniera i prodotti contraffatti finiscono nelle mani dei consumatori.
Secondo quanto emerso, difatti, che, se da un lato il commercio online è cresciuto rapidamente negli ultimi anni, registrando un’improvvisa accelerazione durante la pandemia di COVID-19 (+20% rispetto al 2019), dall’altro le vendite online sono sempre più impropriamente utilizzate per la distribuzione di prodotti falsi. Basti pensare che ben il 56% dei sequestri doganali effettuati alle frontiere dell’UE riguarderebbe proprio il commercio elettronico.
Non solo. Lo studio mostra anche che il valore dei sequestri relativi ai prodotti contraffatti venduti online è di gran lunga inferiore rispetto a quelli spediti ricorrendo al commercio elettronico e vengono invece spediti in container utilizzando diverse modalità di trasporto: i sequestri associati a vendite online rappresentano in effetti solo il 14% del valore totale dei sequestri, rispetto all’86% dei sequestri relativi a prodotti spediti in container.
L’uso del commercio elettronico varia a seconda del tipo di prodotti contraffatti. I prodotti di profumeria e i cosmetici (75,3%), i prodotti farmaceutici (71,9%) e gli occhiali da sole (71,3%) sono quelli che di gran lunga presentano la percentuale più elevata di sequestri legati all’acquisto online. Durante la pandemia, inoltre, il commercio elettronico è diventato il canale prediletto per la distribuzione di prodotti medici illeciti, compresi quelli contraffatti e di qualità scadente.
Analizzando invece i Paesi di provenienza e le modalità di trasporto dei prodotti contraffatti, invece, la Cina si posiziona al primo posto con oltre il 75% di sequestri di prodotti contraffatti, seguita da Hong Kong al 5,7%, dalla Turchia (5,6%) e da Singapore (3,3%). E non solo. Il Dragone è anche il Paese di provenienza dominante anche quando si valuta il valore dei prodotti contraffatti acquistati online, con una quota del 68%.
Una delle principali tendenze analizzate nello studio è anche il boom del commercio mediante piccoli colli (+70%, nel quinquennio 2015-2019 per un totale di 21,3 miliardi di pezzi a livello mondiale nel 2019), uno dei canali di distribuzione più interessanti per le reti di commercio illecito: oltre il 90% dei prodotti viene spedito nell’UE ricorrendo proprio a piccoli colli.
Altro fenomeno riscontrato nel periodo della pandemia, inoltre, è anche l’enorme spostamento verso la criminalità informatica, nell’ambito della quale i criminali se ne approfittano delle persone che lavorano in casa per commettere vari tipi di frodi elettroniche: truffe vere e proprie in cui il consumatore paga un prodotto, che mai riceverà, di tentativi di furto d’identità, di phishing o di frodi su investimenti in criptovalute.
Il Direttore esecutivo dell’EUIPO, Christian Archambeau, ha dichiarato: “Il commercio elettronico ha ampliato la scelta dei consumatori e offerto alle imprese nuove e flessibili modalità di accesso al mercato. Allo stesso tempo, vi sono ampie prove del fatto che l’ambiente online ha anche attratto soggetti malintenzionati, che inquinano i canali di distribuzione del commercio elettronico con prodotti contraffatti. L’EUIPO sta lavorando di concerto con svariati mercati del commercio elettronico, titolari di diritti e partner istituzionali per contribuire a contrastare le violazioni online dei diritti di proprietà intellettuale”.