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Imoon dà un nuovo volto all’illuminazione in-store
Per migliorarsi e crescere è necessario evolvere. E molto spesso, evolvere significa cambiare prospettiva, adottare un nuovo modo di guardare o concepire le cose. È quello che è successo a Imoon, azienda milanese specializzata nella progettazione e produzione di soluzioni illuminotecniche per i settori food & fashion retail. In un momento di continuo fermento per il mondo del retail, in cui l’obiettivo è conquistare i consumatori offrendo esperienze d’acquisto coinvolgenti e punti vendita capaci di intrattenere, non conta solo l’offerta, ma anche come viene presentata. L’esposizione gioca un ruolo fondamentale, così come la luce. Oggi, infatti, l’illuminazione non è più solo una questione funzionale: anche gli elementi illuminanti devono contribuire all’estetica dello store e all’esperienza complessiva del cliente. Ne abbiamo parlato con Massimiliano Giussani, sales director Italy di Imoon.
Su quali principi si fonda il vostro approccio innovativo all’illuminazione nel mondo retail?
Fin dall’inizio, la nostra idea è stata quella di affiancare il cliente, non di essere un semplice fornitore di elementi illuminanti. Ci siamo sempre posti l’obiettivo di lavorare a stretto contatto per costruire insieme un progetto che vada oltre l’aspetto puramente illuminotecnico, costruendo un percorso su misura per ognuno. Questo perché ogni format commerciale richiede soluzioni diverse e la tipologia di luce deve adattarsi al contesto. La luce impiegata in un discount, ad esempio, non è adatta a un punto vendita che vuole valorizzare il prodotto a scaffale. Ogni format commerciale richiede soluzioni illuminotecniche specifiche, pensate per valorizzarne le peculiarità: nei discount, la scelta della luce mira a garantire un’illuminazione funzionale e omogenea, mentre nei supermercati premium l’illuminazione è progettata per esaltare la qualità dei prodotti, i colori e l’estetica complessiva dello spazio.
Come si è evoluto il vostro approccio all’illuminazione retail negli ultimi anni?
Negli anni il mondo del retail è cambiato profondamente. Siamo passati da una fase di omologazione, in cui molti supermercati sembravano identici, a una nuova esigenza di differenziazione, in cui ogni punto vendita vuole avere un’identità visiva distintiva. Il supermercato, oggi, non è più solo un luogo dove acquistare cibo, ma un ambiente da vivere, che deve regalare un’esperienza. La luce che proponiamo, quindi, deve emozionare, valorizzare il prodotto, creare atmosfera, non illuminare in modo uniforme, perché così facendo si perde la possibilità di guidare lo sguardo del cliente, di far emergere i dettagli. Giochi di luce e ombra, contrasti, accenti luminosi mirati: tutto questo permette di mettere in risalto aree specifiche del negozio e rendere ogni visita un’esperienza coinvolgente.
Come la luce guida il comportamento e le scelte del consumatore all’interno del punto vendita?
La luce è fondamentale: contribuisce in modo decisivo a creare un ambiente accogliente. Se entriamo in un punto vendita completamente illuminato di bianco, dopo poco tempo abbiamo voglia di uscire, perché non ci sentiamo coinvolti. Ma se la luce è studiata per emozionare, per stimolare i sensi, allora l’effetto sul cliente cambia completamente. Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto per creare soluzioni in grado non solo di illuminare, ma anche di accompagnare il cliente nel percorso d’acquisto e creare emozione in ogni area dello store. Tutto questo senza trascurare l’efficienza energetica.
In che modo le vostre soluzioni contribuiscono a rendere i punti vendita più sostenibili?
Fino a un paio d’anni fa, i negozi avevano un consumo medio di 27-30 kW/mq. Oggi riusciamo a realizzare punti vendita emozionali e performanti dal punto di vista illuminotecnico con consumi intorno agli 8-9 kW/mq. Abbiamo più che dimezzato il consumo energetico, senza rinunciare alla qualità dell’esperienza. Un esempio che faccio spesso quando mi chiedono di realizzare prodotti custom è questo: realizzare soluzioni personalizzate non significa necessariamente spendere dieci volte di più rispetto a un apparecchio standard. Vuol dire integrare un elemento distintivo, un dettaglio che ritorna in tutti i punti vendita del brand e che rende riconoscibili, efficientando i costi.
Può fare degli esempi concreti?
Per Multicedi abbiamo progettato una sospensione personalizzata che viene utilizzata spesso sopra i banchi promozionali o su determinate aree espositive. Questo prodotto ha tre funzioni: la prima è estetica, perché arreda e identifica chiaramente l’appartenenza al gruppo; la seconda, e forse la più importante, è funzionale, poiché integra Led studiati per illuminare correttamente i prodotti sottostanti; la terza è comunicativa, grazie all’inserimento del logo illuminato del brand direttamente nella struttura dell’apparecchio. Con un unico prodotto abbiamo quindi ottenuto tre risultati: arredo, illuminazione dedicata e comunicazione visiva. E il tutto con un solo punto di installazione e un solo costo. Un altro esempio è quello delle barriere casse di MD. Anche in questo caso abbiamo sviluppato un apparecchio che ormai è diventato parte integrante del format dei nuovi store dell’insegna. La sospensione svolge tre funzioni: segnala il numero della cassa, illumina correttamente la postazione e diventa elemento d’arredo e comunicazione. Anche qui, un unico prodotto, abbiamo condensato tre risultati, con il vantaggio di un’installazione semplificata, della riduzione dei tempi e dell’abbattimento dei costi.
Quali sono le ultime novità o soluzioni che avete introdotto nel mondo dell’illuminazione per la grande distribuzione?
A Euroshop presenteremo un sistema integrato e flessibile che rivoluziona il concetto di illuminazione tradizionale. Questa soluzione si adatta con facilità a tutte le aree del punto vendita e semplifica radicalmente l’installazione dell’impianto elettrico, garantendo al contempo un risparmio installativo maggiore del 25%. Ma non è solo luce: il sistema integra in un unico elemento anche comunicazione, audio, sicurezza, segnaletica, videosorveglianza e altri servizi, trasformandosi nella vera e propria ossatura del negozio. Il risultato è una struttura modulare e intelligente, capace di offrire la massima flessibilità gestionale e di evolversi insieme alle esigenze del retail contemporaneo.
Nei giorni scorsi è stato inaugurato un punto vendita Famila a Palermo di cui avete curato l’illuminazione. Quale obiettivo ha guidato il vostro intervento?
Si tratta di un progetto particolare sia per la location sia per il tipo di collaborazione attivata. Cds, nostro cliente storico, ha scelto di affidarsi per la prima volta a un general contractor, Hmy, per la realizzazione di un nuovo punto vendita a marchio Famila all’interno della storica Vucciria di Palermo, un’ex area parcheggio riconvertita, nel cuore della città. Il progetto architettonico è stato curato dall’architetto Paolo Lucchetta, che collabora con Hmy. Il nostro intervento ha riguardato l’intera progettazione illuminotecnica, con l’obiettivo di coniugare le esigenze estetiche dell’architetto con quelle funzionali e operative di Cds. L’obiettivo era realizzare un format completamente diverso rispetto ai punti vendita precedenti, dando al nuovo Famila una forte personalità, più attuale, emozionale e flessibile.
Come siete intervenuti?
Una delle soluzioni più interessanti riguarda l’illuminazione della scaffalatura. Per ragioni sia estetiche sia strutturali, si è deciso di sfruttare le travi esistenti, montando proiettori a circa 4 m di altezza. Questi faretti non sono collocati in posizione centrale rispetto alle corsie, ma sono installati in modo asimmetrico così da integrarsi con le geometrie dell’edificio. Nonostante la disposizione non convenzionale, grazie all’ottica e ai filtri utilizzati siamo riusciti a ottenere un’illuminazione uniforme e corretta sugli scaffali, senza zone d’ombra o cadute di luce. Nelle altre aree del punto vendita abbiamo utilizzato un sistema su binario elettrificato, con moduli lineari da 1,70 m e proiettori intercambiabili. Questo consente grande flessibilità, perché l’impianto può essere facilmente modificato nel tempo, in base all’evoluzione dell’esposizione o del layout. Nelle aree “retrobanco”, abbiamo integrato profili luminosi continui che enfatizzano la parte posteriore dei banchi serviti, migliorando la visibilità dei prodotti esposti e valorizzando le cromie. Per l’area casse, è stato scelto un apparecchio decorativo: delle semisfere nere, sospese sopra le postazioni, che hanno una duplice funzione. Da un lato, illuminano correttamente l’area, dall’altro introducono un elemento di design, riconoscibile, che accompagna il cliente nell’ultima fase dell’esperienza d’acquisto. In questo nuovo Famila, si è voluto giocare molto di più con i contrasti chiaro/scuro e con una luce più emozionale. Un cambio di passo importante, che abbiamo supportato anche nella selezione delle sorgenti Led. Per la macelleria, ad esempio, è stato utilizzato il Led Mint Hd, che valorizza i toni naturali della carne senza virare il bianco verso il rosa. Per il reparto pesce, invece, abbiamo scelto il Led Meat&Fish, capace di esaltare i rossi di crostacei e salmone.
Altri progetti in cantiere?
Ci sono diversi progetti molto interessanti a cui stiamo lavorando che raccontano bene come stiamo affrontando le esigenze e format differenti. Ad esempio, c’è un cliente che, partendo da un modello di supermercato, vuole trasmettere un’esperienza simile a quella di un discount, pur non essendolo: un ambiente sobrio, quasi asettico, che comunichi immediatamente l’idea di risparmio. Al contrario, altri due progetti a cui abbiamo lavorato sono pensati per stimolare la permanenza all’interno del punto vendita, per creare un ambiente accogliente in cui vivere un’esperienza anche culinaria. In questi casi, ogni area sarà valorizzata da un’illuminazione su misura, studiata non solo con prodotti standard, ma anche con soluzioni completamente customizzate.