È un mix tra curriculum vitae, carta d’identità e impronta climatica il nuovo Digital Product Passport (Dpp), il passaporto digitale di prodotto inserito nel recente Regolamento sulla Progettazione Ecocompatibile di Prodotti Sostenibili (Espr) elaborato dalla Commissione Europea.
Una norma che rappresenta un ulteriore tassello nella politica dell’Unione di promozione dell’economia circolare e della sostenibilità dei prodotti fisici immessi nell’UE e che rientra tra le strategie individuate per raggiungere l’obiettivo di essere la prima economia al mondo a diventare climaticamente neutra entro il 2050. Approvato nell’aprile 2024, il Regolamento Espr si applica ai prodotti fisici immessi nella UE, compresi i componenti e i prodotti intermedi. I criteri di applicazione con l’elenco delle categorie di prodotto coinvolte sono attesi tra il 2027 e il 2030, anche se si conoscono già ora. I quattro settori giudicati prioritari dalla Commissione Europea sono batterie, tessile, elettronica ed edilizia, mentre quelli esclusi dalla normativa sono prodotti alimentari, mangimi per animali e medicinali.
Le aziende che dovranno adeguarsi al Regolamento Espr possono avvalersi del Digital Product Passport, che raccoglie le informazioni su sostenibilità, circolarità e legal compliance di ogni prodotto fisico e che permette di condividerle con autorità competenti, operatori economici e consumatori.
“Il Dpp è la documentazione digitale, accessibile online, relativa a un prodotto fisico che ne descrive il ciclo di vita, l’origine, la composizione e le informazioni sulla sua circolarità e sostenibilità – sottolinea Bruno Aceto, ceo di GS1 Italy – il passaporto digitale del prodotto è pienamente coerente con la missione di GS1 di consentire alle aziende di identificare, acquisire e condividere dati accurati sui prodotti lungo tutta la catena di fornitura attraverso un linguaggio globale e interoperabile. Gli standard GS1 consentono infatti ai Dpp di funzionare nella pratica, sfruttando le regole globali GS1 condivise e già utilizzate da più di 2 milioni di aziende nel mondo”.
Il Dpp viene alimentato in partenza con le informazioni di base fornite dal fabbricante (come l’origine, la composizione o la durabilità) e viene poi arricchito da quelle aggiunte nelle diverse fasi della filiera (come le emissioni di CO2), sino alla consegna del prodotto all’utilizzatore finale. E anche oltre, visto che il Dpp fornisce tutte le informazioni necessarie anche a chi si occuperà della riparazione, dello smontaggio o del riciclo del prodotto e dei suoi componenti, ottimizzandone il recupero e il riutilizzo prima che diventino rifiuti.