Continua a crescere il fenomeno dell'online delivery. Milano città virtuosa
Cresce il numero di consumatori che si affidano al delivery, non solo in ambito food, ma sempre più spesso anche al “quick commerce”. È quanto è emerso dall’incontro “Il delivery del futuro: verso la Città in 15 minuti” organizzato nella nuova sede milanese da Glovo.
L’online food delivery in Italia è infatti un mercato in espansione, che ha generato oltre 1,4 miliardi di euro di business per il settore ristorazione nel 2021 e si stima possa superare nel 2022 i 2,2 miliardi di euro. Con la pandemia, il business del delivery ha registrato una forte accelerazione, ma non si tratta di un fenomeno temporaneo. Il settore è infatti cresciuto negli ultimi anni del 55% circa all’anno: dai 592 milioni di euro del 2019 ai 917 milioni di euro del 2020 ad 1,4 miliardi di euro nel 2021.
Secondo l’osservatorio di Glovo, nell’ultimo anno in Italia gli ordini sono cresciuti del 74% nel food delivery e del 200% nel segmento spesa. Dall’ultima indagine realizzata da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con la collaborazione di Glovo Italia principalmente su Milano e area metropolitana, emerge inoltre che il 31% degli intervistati utilizza già i servizi di delivery. In particolare, il settore che ne fa maggior utilizzo è quello della ristorazione pari al 62%, seguito dal grocery che rappresenta il 36% degli imprenditori e dal retail per il 20%. Nell’ambito servizi, solo l’11% dichiara di utilizzare già il delivery per la consegna dei propri prodotti.
Le imprese del territorio dimostrano già una buona conoscenza e utilizzo di questa modalità di vendita ancor prima dello scoppio della pandemia nel 2020: il 42% ne faceva uso già dal 2019, il 42% ha dichiarato di aver iniziato ad usarlo nel 2020 e il 12% nel 2021.
Tra i servizi utilizzati hanno indicato: Glovo segnalato dal 52% degli intervistati, Just Eat dal 44%, Deliveroo dal 36%, Uber Eats dal 23%. Il 40% ha invece dichiarato di utilizzare mezzi propri per le consegne.
Per quanto riguarda l’incidenza dell’utilizzo del delivery sui ricavi delle proprie attività, il 35% dei rispondenti dichiara che il fatturato è notevolmente influenzato dall’utilizzo del delivery e per il 4% degli intervistati il delivery incide per oltre il 50% del fatturato.
Tra i vantaggi riscontrati vi è senza dubbio l’acquisizione di nuovi clienti, opzione indicata dal 49% dei rispondenti, la maggior visibilità al punto vendita per il 22%, mentre per il 13% il vantaggio è dato dall’avere una migliore efficacia dei servizi di consegna.
Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo Economico del Comune di Milano dichiara: “Quando aziende internazionali come Glovo decidono di aprire o rinnovare la propria sede nella nostra città è per noi un segnale importante. Milano non vuole essere solo un ottimo mercato - e per Glovo indubbiamente lo è, come dimostra la ricerca - ma intende rappresentare anche uno spazio di crescita imprenditoriale, un luogo dove sviluppare strategie innovative. L’Amministrazione comunale, attraverso il Patto per il Lavoro, ha tracciato una strada di atti concreti che mirano a rendere Milano città di opportunità, rilancio, buon lavoro e formazione. Pongo un accento su questo ultimo obiettivo, consapevole che proprio la formazione sta diventando per le aziende di questo settore un asset fondamentale di crescita e reputazione sociale. Auspichiamo che lo sia sempre di più, anche in sinergia con il Comune di Milano”.
Elisa Pagliarani, General Manager Glovo Italia spiega: “Glovo ha un obiettivo ambizioso: rendere accessibile la città in 15 minuti, con prodotti e servizi disponibili per tutti in breve tempo. Ad incidere positivamente sarà il ruolo di Milano, già quinta città al mondo per numero di ordini. Negli ultimi 12 mesi abbiamo aperto 5 magazzini urbani, incrementando il nostro servizio “Glovo Express”, e ampliato la nostra rete di collaborazioni sia nella GDO sia nel retail. Entro l’anno prevediamo di investire in Italia 150 milioni di euro e apriremo a Milano il prossimo Food Corner di ultima generazione”.
Marco Barbieri, Segretario Generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza: “L’innovazione tecnologica è diventata un fattore abilitante per l’attività delle imprese del terziario. La spinta digitale degli ultimi anni ha rivoluzionato profondamente la cultura aziendale cambiando anche i modelli di business. Se digitale e negozio fisico erano percepiti come realtà distinte e spesso in contrasto, oggi sono sempre più strumenti complementari e integrati. Il delivery, in particolare, ha avuto un ruolo importante durante la pandemia nel supportare gli esercizi commerciali di vicinato che si sono rivelati una risorsa essenziale per la città. E dall’indagine che abbiamo effettuato emerge come il fatturato sia influenzato in modo significativo dall’utilizzo del delivery. Servizi e tecnologia devono accompagnare lo sviluppo di una Milano sempre più attrattiva”.
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