Nell’anno appena concluso è proseguito il processo di trasformazione del mercato del commercio al dettaglio che, tra le altre evidenze, ha mostrato una considerevole diffusione dell’utilizzo da parte dei retailer di tecnologie di ultima generazione lungo tutta la catena di approvvigionamento. Per provare a immaginare come si evolverà ulteriormente nei prossimi mesi il rapporto tra gli operatori del comparto e le soluzioni tecnologiche emergenti e, più in generale, come sarà il 2024 per il mondo del retail, ci siamo rivolti a Matt Hopkins, global retail marketing director di Board International, dirigente tecnologico con alle spalle più di 30 anni di esperienza nel settore.
Una delle tecnologie emergenti che sta rivoluzionando anche il commercio al dettaglio è sicuramente l’intelligenza artificiale generativa. Quale sarà il suo impatto sui retailer nel 2024?
“L’AI generativa trasformerà soprattutto il modo in cui i retailer ottengono insight dai loro sistemi di inventory management. La GenAI promette di democratizzare l’accesso alle informazioni che in precedenza erano alla portata solo dei data analyst altamente specializzati. Con l’implementazione di soluzioni basate su questa tecnologia, chiunque, dalla direzione al magazzino, sarà in grado di porre domande in parole semplici e di ottenere risposte immediate, fornite in modo facilmente comprensibile, laddove in precedenza era necessario affidarsi esclusivamente a specialisti per elaborare rapporti complessi e intricati sullo stato della gestione dell’inventario. Questo avrà un impatto massiccio sul processo di pianificazione del settore man mano che un numero sempre maggiore di retailer adotterà la GenAI, con una conseguente riduzione del tempo per prendere decisioni da giorni a minuti e il vantaggio di rispondere ai cambiamenti della domanda e dell’offerta molto più rapidamente”.
Quali saranno, invece, le sfide principali che dovranno affrontare i retailer nei prossimi mesi?
“Sempre più rivenditori si sentiranno spinti a passare ai resi a pagamento, anche se non sono obbligati a farlo. Secondo la National Retail Federation degli Stati Uniti, per ogni miliardo di dollari di vendite, il retailer medio incassa 165 milioni di dollari in resi. Non sorprende, quindi, che i merchant stiano valutando con attenzione la pianificazione finanziaria e decidano di non poter più sopportare il peso dei resi gratuiti, sconvolgendo consapevolmente una base di clienti, anch’essi colpiti dalla crisi economica, che non hanno alcuna intenzione di assumersi questo peso finanziario. Tuttavia, i retailer possono evitare di dover affrontare argomenti spinosi legati ai resi a pagamento investendo più tempo nel loro ciclo di pianificazione. Ad esempio, una migliore valutazione delle abitudini di spesa e delle opportunità di vendita su misura consente ai retailer di pianificare i resi con i loro margini di profitto. Inoltre, sfruttando un quadro più completo della pianificazione delle loro attività commerciali, possono recuperare le mancate vendite e prepararsi all’inflazione e al calo dei clienti, senza dover ricorrere a far ricadere i costi sui consumatori. Quindi, mentre i retailer sentiranno la pressione del cambiamento, potranno applicare una pianificazione adeguata e resistere a tale pressione”.
Riguardo alle tematiche Esg, molto attuali e al contempo controverse in questi giorni, cosa cambierà per i retailer nel 2024?
“I consumatori non tollereranno più iniziative ingannevoli come ad esempio il greenwashing dell’industria della moda. In termini di impatto, il retail è una delle industrie che maggiormente pesano sull’ambiente, essendo responsabile del 10% delle emissioni annuali di CO2 a livello globale. Una cifra superiore a quella di tutti i trasporti marittimi e dei voli internazionali messi insieme. Fino a poco tempo fa, i retailer potevano cavarsela con cenni superficiali alla sostenibilità, ma quei giorni stanno per finire presto. I consumatori chiederanno invece piena trasparenza e acquisteranno dai marchi solo in base alla qualità della loro catena di approvvigionamento, delle loro pratiche etiche e del loro approccio alla compliance. Il primo passo dei retailer sulla strada della sostenibilità sarà quello di rendere operative le decisioni di acquisto. Invece di concentrarsi sui margini di profitto, dovranno rendere il processo d’acquisto più tridimensionale, considerando anche quali opzioni hanno un minore impatto ambientale”.
Considerata la vostra vasta esperienza nelle soluzioni di intelligent planning, come vede l’approccio alla pianificazione nel mondo del retail quest’anno?
“I retailer passeranno dalla tradizionale pianificazione stagionale a un approccio più dinamico e always-on. Invece di affidarsi ai prodotti, ai tessuti, ai prezzi e alle programmazioni che potevano essere efficaci in passato, basate su due sole stagioni, i retailer inizieranno ad adottare una pianificazione dinamica, valutando e testando costantemente ciò che funziona bene nei loro punti vendita, per introdurre nuovi prodotti e collezioni in base ai segnali dei consumatori in tempo reale. Sebbene questo non sia un cambiamento facile per i rivenditori, è un passaggio necessario che può essere realizzato applicando gli strumenti e la mentalità adeguati per pensare out-of-the-box. Chi non adotta questo nuova mentalità si troverà di fronte alla dolorosa realtà di non avere i prodotti giusti nei canali giusti e al momento giusto, in base alle esigenze dei clienti in tempo reale”.