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Una slide della ricerca di Vanson Bourne
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I Cio del largo consumo puntano sull’aumento della spesa IT

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Secondo una ricerca condotta da Vanson Bourne con Atlantic Technologies, società di consulenza Ict parte del Gruppo Engineering, tra le priorità dei chief information officer (Cio) delle aziende italiane operanti nel settore dei beni di largo consumo (Cpg), vi sono l’automazione nel marketing, la migrazione al cloud e il miglioramento dell’esperienza dei dipendenti.

Consapevoli della trasformazione in atto, le imprese italiane del settore, per i prossimi tre anni, prevedono di aumentare fino al 12% il budget per l’adozione di soluzioni tecnologiche in ambito Erp, Crm e BI. Se lo scorso anno le aziende italiane del Cpg erano focalizzate principalmente sul miglioramento dell’efficienza nelle vendite e della collaborazione tra i team, per il biennio 2023-2024, il 79% dei Cio rispondenti considera la marketing automation l’area più importante dove investire, per liberare risorse e tempo a vantaggio di attività a più alto valore aggiunto.

Altro tema fondamentale per i Cio è l’integrazione dei dati, che viene giudicato un asset chiave e decisivo, in grado di migliorare sia i processi interni all’azienda connessi alla produzione sia quelli legati al rapporto con il cliente. Sebbene tutti i responsabili IT intervistati concordino sulla necessità di intraprendere un percorso di trasformazione digitale e nonostante il 62% dichiari di disporre già di una strategia in tal senso, a rallentare il processo di digitalizzazione delle aziende del settore vi sono la dipendenza dai processi manuali, seguita dalla mancanza di competenze digitali interne e dall’assenza di una cultura dell’innovazione. Tema importante è infatti quello del change management che, secondo quanto emerso dalla ricerca, si rivela determinante per impostare un approccio strutturato che aiuti tutti i dipendenti ad abbracciare il cambiamento e le nuove tecnologie adottate in aziende.

Si tratta di un passaggio indispensabile per le imprese del settore Cpg, sia per il miglioramento dell’esperienza offerta ai clienti (l’83% dei Cio intervistati concorda su questo punto) sia per i vantaggi a beneficio del business aziendale. In particolare, la maggior parte dei responsabili IT considera la scarsa integrazione dei dati nei processi decisionali delle proprie aziende un punto debole rimasto ancora senza soluzione. Un tema che i responsabili IT hanno ben presente in quanto, oggi, un approccio data-driven consente alle aziende di avere un’unica “fonte di verità” basata sui dati, garantisce loro un miglioramento del processo decisionale, di mantenersi al passo con un mercato in continua evoluzione e di offrire ai clienti un supporto più agile.

E proprio riguardo l’approccio data-driven, secondo il 39% dei Cio intervistati, la priorità delle soluzioni di business intelligence è oggi l’integrazione di tecnologie come machine learning e artificial intelligence, che aiuterebbero a migliorare il customer journey, supportandolo in ogni passaggio. Altre priorità identificate dai responsabili IT delle aziende Cpg sono la disponibilità di analisi what-if e la condivisione in real time dei dati fra i diversi team aziendali.

La ricerca che abbiamo condotto per Atlantic Technologies e che ha visto la partecipazione di 100 aziende italiane del Cpg – afferma Rowan Haslam, research manager di Vanson Bournedimostra che molti attori del settore, pur riconoscendo l’importanza del digitale, faticano a definire una roadmap puntuale per la loro trasformazione digitale. Se da un lato i Cio prevedono un aumento di budget per le soluzioni tecnologiche in ambito Crm, BI ed Erp, dall’altro vedono una serie di difficoltà legate a un approccio culturale ancora poco incline al digitale e a strategie manageriali che non puntano sull’utilizzo dei dati su larga scala. Ciò a discapito del business e del rapporto con il cliente che, al contrario, potrebbe beneficiare ampiamente di un approccio data-driven. Nonostante le difficoltà, tutte le aziende del settore Cpg intervistate sono pronte a scommettere sulla digitalizzazione, avendo già intrapreso il proprio digital journey o prevedendo di farlo nei prossimi 12 mesi”.

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