Ecco come iniziò la storia dell’e-commerce in Italia e quali sono le attuali priorità del settore
Esattamente 23 anni fa, il 3 Giugno 1998 e ad appena 35 minuti dalla messa on line del sito IBS.it, un utente da Freemont (California) acquistava con carta di credito una copia de “La concessione del telefono” di Andrea Camilleri, effettuando, così, il primo acquisto on line con carta di credito su una piattaforma e-commerce italiana.
Un paio di anni prima, il 19 Febbraio 1996, Olivetti Telemedia annunciava l’apertura di Cybermercato, il primo store virtuale italiano e tra i primi in tutta Europa. Oggi, tramite smartphone e carta di credito, si può accedere, a qualsiasi ora da qualsiasi località, ai negozi digitali di milioni di brand e, con pochi tocchi sullo smartphone, si riceve a casa qualsiasi articolo.
Stando al Salesforce Shopping Index, durante il primo trimestre del 2021, l’e-commerce globale è cresciuto del +58% su base annua, contro il +17% del primo trimestre 2020. L’Italia, con una crescita pari al +78%, si attesta in cima alla classifica europea e al quarto posto in quella mondiale dopo Canada, Olanda e Regno Unito.
In particolare, un dato rilevante riguarda la crescita del traffico via smartphone, passato dal 21% del primo trimestre del 2020 al 24% nell’analogo periodo del 2021, mentre il traffico generato da pc è calato dal 40% al 20%. Simultaneamente, a causa dell’emergenza pandemica, si registrata un aumento esponenziale sia del valore che delle transazioni nell’ambito dello shopping on line.
Con la crescita di tale fenomeno, è aumentata l’attenzione rivolta verso la sicurezza delle transazioni digitali: per evitare frodi o violazioni di privacy e, di conseguenza, per accrescere la fiducia dei consumatori nell’effettuare acquisti on line, dal Gennaio di quest’anno, sono state introdotte diverse direttive come, per esempio, la Strong Customer Authentication (SCA) e la tecnologia 3-D Secure (3DS), le quali richiedono sia informazioni aggiuntive che un’autenticazione a due fattori per verificare l’identità e, quindi, procedere all’acquisto. A livello corporate, le imprese operanti in ambito e-commerce devono rispettare la normativa GDPR, il regolamento europeo diretto a proteggere i dati personali degli utenti.
In merito, Stefano Musso, CEO di Primeur, multinazionale italiana impegnata nel crescente comparto della Data Integration, sottolinea: “Molto spesso, si pensa che, per adeguarsi alla normativa, le aziende debbano implementare le specifiche autorizzazioni lato web: questa è solo la punta dell’iceberg della GDPR, normativa complessa e in continua evoluzione. Quindi, è fondamentale dotarsi di strumenti informatici in grado di garantire la compliance totale alla normativa e alle sue evoluzioni”.
Poi, Musso aggiunge: “Primeur Data Privacy è la nostra solution progettata e ingegnerizzata specificamente per la GDPR. Nata per la readiness e la compliance della normativa, infatti, permette di tenere costantemente sotto controllo i dati personali gestiti, trattati e archiviati da un’organizzazione. Si differenzia per una user experience estremamente intuitiva, una discovery dei dati dinamica sia su dati strutturati che non strutturati e per la sua struttura ibrida e modulare. Oggi, è fondamentale poter scegliere e aggiungere moduli nel tempo in base alle proprie caratteristiche ed esigenze, seguendo la propria crescita in ambito GDPR”.
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