Global Powers of Retailing 2022 di Deloitte: positivo l'andamento dei retailer italiani
Nell’anno fiscale 20020 i top 250 retailer globali hanno generato un fatturato pari a 5,11 miliardi di dollari nel corso dell’anno fiscale 2020, segnando una crescita del 5.2%, in aumento di 0.8 punti percentuali rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dalla 25° edizione dello studio Global Powers of Retailing di Deloitte in cui vengono analizzati i risultati dell’esercizio annuale al 30 giugno 2021.
I primi dieci retailer in classifica hanno contribuito per il 34.6% al fatturato complessivo generato dai 250 maggiori retailer al mondo, in crescita di 1.9 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Nella top 10, che continua a essere dominata da player statunitensi, Amazon ha quasi raddoppiato il valore delle vendite retail rispetto al fiscal year precedente, con una crescita annuale del 34.8%. New entry invece per il gigante dell’ecommerce cinese JD.com, che acquista quattro posizioni rispetto all'anno fiscale 2019, classificandosi ora al nono posto. Stabili invece le prime quattro posizioni del podio sono stabili: Wal-Mart si conferma al primo posto della Top 10, seguono Amazon, Costco e il tedesco Schwarz Group. Per quanto riguarda la marginalità delle prime dieci aziende, risulta in crescita di 0,4 punti percentuali rispetto all'anno precedente.
Dal canto suo l’Europa si conferma l’area geografica più rappresentata, grazie al maggior numero di realtà che trovano posto nella Top 250: sono 90 le aziende che hanno sede nella regione, tuttavia solo due di esse rientrano anche nella Top 10. Le aziende europee contribuiscono difatti al 32.7% delle retail revenue complessive della top 250, e i Paesi più rappresentati sono Germania, Regno Unito e Francia.
Anche la GDO italiana registra un andamento generalmente positivo nel FY2020: tre su quattro dei player del nostro Paese presenti nella Top 250 chiudono l’anno con revenue anno su anno in crescita rispetto al FY2019, solo Coop subisce una leggera flessione. Nella GDO, Conad si conferma il primo colosso italiano, collocandosi al 61esimo posto; seguono Coop in 77° posizione ed Esselunga al 116°; chiude Eurospin che guadagna dieci posizioni grazie alle sue ottime performance, collocandosi al 153° posto della Top 250.
“Nel FY2020, l’anno della pandemia, assistiamo alla rapida crescita di numerosi player del mondo retail: gli e-commerce sono esplosi grazie al moltiplicarsi degli acquisti online, le aziende specializzate in food & drink che principalmente interagivano con ristoranti e il mondo dell’hospitality hanno visto aumentare le vendite grazie al passaggio al consumo casalingo di numerosi prodotti, e i retailer specializzzati in bricolage e fai da te hanno avuto enormi benefici grazie alle attività di rinnovamento delle abitazioni per adattarle alla nuova vita da smart working. Questa crescita è stata parzialmente impattata dalle perdite dei retailer attivi in ambito fashion & luxury e travel. Da un lato 69 aziende su 250 hanno registrato vendite in diminuzione rispetto al FY2019, dall’altro ben 158 hanno chiuso l’anno con profitto. Considerando l’arco temporale FY2015-FY2020, la performance aggregata dei Top 250 retailer si è rivelata piuttosto stabile in termini di crescita delle vendite e dei margini”, commenta Enrico Cosio, Deloitte Partner Deloitte responsabile del settore Retail, Wholesale & Distibution.
“Pur conservando in maniera aggregata un net profit margin quasi in media con la classifica complessiva, i player europei mostrano gli effetti delle chiusure dovute alla pandemia attraverso un cedimento in termini di crescita, come avvalorato dal tasso di crescita year on year più basso tra le aree geografiche prese in considerazione. È da evidenziare che, nonostante il contesto pieno di ostacoli e difficoltà, molte aziende del continente hanno comunque avuto una crescita a doppia cifra” aggiunge Enrico Cosio.
“Spinti dal cambiamento del comportamento dei consumatori, dalle nuove normative e dall’attenzione degli investitori, i retailer a livello globale stanno attivamente reindirizzando strategie e investimenti verso una crescita sostenibile e responsabile del settore. Quasi tutti i player presenti nella Top 250 hanno chiaramente presentato i propri impegni ambientali, sociali e di governance e pubblicano regolarmente bilanci di sostenibilità basati su uno o più standard di rendicontazione ESG, come il Sustainability Accounting Standards Board ,Task Force sull'informativa finanziaria relativa al clima o Global Reporting Index. I retailer stanno ora considerando non solo quanto i propri prodotti siano sostenibili, ma si spingono a valutare quanto lo sia il brandin generale, rendendo così la sostenibilità una componente core delle proprie attività”, conclude Enrico Cosio.
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