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Lo stato dell’e-commerce in Italia, i principali trend e driver di acquisto

La quinta edizione di Future Lab, organizzato da IKN Italy, ha delineato un quadro dettagliato sullo stato dell’e-commerce nel nostro Paese, rispetto al resto d’Europa, sui principali trend e i driver di acquisto.


Gli ultimi anni hanno infatti registrato una crescita costante delle vendite online, con un aumento non solo del volume di merci e servizi venduti ma anche del numero di utenti: sono oltre 3 milioni gli italiani che nel periodo pandemico hanno iniziato ad usare l’e-commerce, inizialmente nel settore alimentare per poi allargare gli acquisti ad altre aree. La stima del valore del fatturato e-commerce in Italia nel 2021 è di 64 milioni di euro, e registra un incremento del 33% rispetto all’anno precedente. Questa forte crescita è stata confermata anche nel 2022 ma solo per alcuni attori, cioè quelle aziende che hanno capito quanto fosse importante innovare.

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Rispetto ai mercati internazionali, in termini di spesa annua del singolo cliente, l’Italia occupa una posizione centrale, registrando per cliente un fatturato medio annuo per acquisti di beni di consumo venduti online di 1.290 dollari, che significa un grande potenziale di crescita. Essendoci mercati più ricchi rispetto al nostro Paese, diversi sono gli operatori italiani che hanno iniziato ad esportare, prevalentemente in Europa, area più facile da gestire da un punto di vista logistico: oggi oltre la metà degli esercenti e-commerce italiani vende all’estero con una media del 32% del fatturato ottenuto da clienti principalmente francesi, spagnoli, tedeschi e inglesi. Innovare per aprirsi ai mercati internazionali implica investimenti nel proprio e-commerce: un sito multilingua in primis e ampliare la propria attività di vendita appoggiandosi a marketplace, per aprirsi a nuovi target. Tutto ciò è possibile attraverso una trasformazione del modello di business: è importante sottolineare che quello dei marketplace rappresenta il secondo settore in termini di fatturato.

Gli investimenti in tecnologia stanno portando a un cambiamento di paradigma per molte professioni e business: l’Italia si approccia a queste rivoluzioni con un significativo ritardo e con contenuti investimenti in Ricerca & Sviluppo. Ciò rende il nostro Paese meno competitivo rispetti ad altri, come Germania, Svezia o Israele, che risultano essere molto più consapevoli in merito al ruolo determinante occupato dall’innovazione nella crescita del tessuto economico nazionale. L’e-commerce è uno di quei segmenti che rappresentano una grande opportunità da cogliere.

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Nel 2022 il tempo libero continua ad essere il settore più importante dell’e-commerce con il 48% del fatturato, i Marketplace crescono del 40% e si posizionano come secondo settore registrando un 22% sul fatturato totale, il turismo lo troviamo al terzo posto con la quota dell’11%.

In cima alla lista dei top 100 siti di e-commerce italiani più popolari ci sono i marketplace che investono costantemente sul servizio. E’ un settore molto concentrato e infatti rappresentano buona parte degli operatori in classifica, tuttavia rimangono in testa occupando tutto il podio con Amazon, ebay e Subito. Seguono: Booking.com, UniEuro, Mediaworld, Samsung, Trenitalia, Zalando, Leroy Merlin.

Tra i principali driver di acquisto troviamo la consegna gratuita, coupons e sconti, recensioni da altri clienti, reso facile, checkout semplice e veloce, consegna il giorno successivo, punti fedeltà. Una voce sempre più importante è l’ecosostenibilità: il 23% degli italiani sono disposti a pagare un prezzo maggiore se il prodotto è stato realizzato da aziende sostenibili. Otto aziende su dieci dichiarano di avere attività in corso rispetto agli obiettivi di sostenibilità: il 44% riduce l’utilizzo di materia e favorisce il riciclo in azienda, il 39% propone ai clienti un prodotto/packaging sostenibile/riciclabile, il 37% ha un obiettivo di riduzione della CO2.

L’e-commerce ha un impatto di CO2 inferiore di 2,3 volte rispetto alla distribuzione fisica: i produttori hanno capito che possono vendere direttamente senza toccare la catena tradizionale, con una conseguenza determinante per i retailer, la necessità di reinventarsi. La crescita dei Marketplace e lo sviluppo di modelli D2C da parte dei produttori, portano infatti ad una contrazione dei retailer: nella Top 100 Ecommerce italiana questi ultimi tendono a ridurre progressivamente la loro presenza.

L’analisi dei trend in corso porta a definire quali siano i prossimi step di questo settore, in continua evoluzione ed espansione: il social shopping diventerà live video shopping, si parlerà di e-commerce vocale, ci sarà un’integrazione tra negozio fisico e online, si utilizzeranno la realtà aumentata e il metaverso, oltre al pagamento a rate, che vedrà un’ulteriore crescita.

Il 2023 è un anno in cui cresceranno in particolare alcuni settori e premierà maggiormente chi ha gestito intelligentemente il tema inflattivo.

Le aziende sono dunque chiamate a integrare la sostenibilità economica con quella ambientale: stanno dimostrando una grande attenzione alle operations e all’ecosostenibilità. Ciò rappresenta un elemento vincente sia per cambiare il loro business, sia per ottenere dei vantaggi concorrenziali e sostenere dei profitti. Si tratta di trasformazioni che non impattano solo sul comparto che le adotta, ma spesso sconvolge tutto l’indotto: per esempio, la realizzazione di un’e-commerce crea una rivoluzione a tutto tondo, dai diversi costi sostenuti dall’azienda, a quelli per i clienti finali, fino all’impatto ambientale e la logistica. Il ruolo della tecnologia è quello di aiutare a prendere decisioni veloci, ottimizzare i processi e automatizzare, ove possibile: l’IT è un supporto per creare un vantaggio competitivo.

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