Anno 2020
Anno 2020
- Information
- Anno 2020
Per la supply chain italiana, un decennio di cambiamenti e di nuove sfide verso l’innovazione
Negli ultimi 10 anni, la logistica italiana ha registrato una crescente tendenza rivolta all’innovazione dei propri processi: ciò è emerso nel corso dell’incontro “Dieci anni di logistica nel largo consumo. Cosa è cambiato”, organizzato da GS1 Italy, a Milano, sia per esaminare l’attuale scenario della supply chain che per individuarne le sfide future, evidenziando le soluzioni da adottare in un’ottica sempre più sostenibile.
Nel dettaglio, sono stati illustrati i risultati della ricerca targata GS1 Italy “Mappatura dei flussi logistici nel settore del largo consumo in Italia”, realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano e con l’Università Cattaneo LIUC.
I risultati dell’indagine, focalizzata sull’evoluzione della supply chain dal 2009 a oggi e con una particolare attenzione agli aspetti legati alla sostenibilità ambientale, sono stati così commentati da Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy: “I risultati di quest’importante studio confutano tante fake news che circolano sulla logistica e dimostrano che l’aumento dell’efficienza della supply chain comporta effetti molto positivi, perché non solo riduce i costi, ma taglia anche l’impatto ambientale del trasporto delle merci di largo consumo”.
Inoltre, Aceto ha aggiunto: “Abbiamo voluto aggiornare la fotografia della filiera del largo consumo scattata da un punto di vista logistico, per contribuire alla costruzione di una conoscenza condivisa, solida ed analitica della logistica del settore da cui partire per promuovere nuove iniziative di ottimizzazione della filiera”.
Nel corso degli ultimi anni, è andata aumentando considerevolmente la complessità della gestione dei flussi logistici nel comparto del largo consumo: difatti, tra il 2009 e il 2018, il numero delle referenze gestite dai Ce.Di. (Centri Distribuzione) è cresciuto, mediamente, in misura pari al +2,1% all’anno e ciò ha comportato un ulteriore impegno di tipo organizzativo da parte degli operatori del settore. In tale scenario, sono tre le parole chiave che, al tempo stesso, delineano sia le opportunità che le priorità per la logistica attuale e futura: si tratta di digitalizzazione, sostenibilità (logistica green) e prassi collaborative.
La digitalizzazione, basata sulle nuove solutions che, in maniera crescente, caratterizzano l’ineluttabile digital transformation in atto, rappresenta un percorso e un metodo di lavoro rivolto allo snellimento dei processi logistici e orientato all’innalzamento dei livelli di performance, ovviamente, anche nella necessaria ottica di cost saving.
La sostenibilità, a sua volta, non può e non potrà che svolgere un ruolo significativo nell’ambito delle scelte operative adottate dalle imprese, retail e non, sul versante dell’organizzazione e dell’implementazione di processi logistici ad hoc diretti a ricorrere a soluzioni green sia per il trasporto delle merci e sia per gli imballaggi delle stesse: si tratta di una sfida non semplice da raccogliere, ma densa di positivi effetti sul modo di fare logistica e, di conseguenza, sull’ambiente.
Infine, le prassi collaborative: da qualche anno, si parla di logistica collaborativa, basata sulla collaborazione tra i vari player coinvolti, in modo particolare, nel trasporto e nella relativa consegna delle merci: è nella collaborazione rivolta a una diversa e più efficiente gestione degli slot di scarico che risiede un vero e proprio valore aggiunto.
Riferendosi alle nuove sfide per il comparto logistico, Silvia Scalia, ECR and Training Director di GS1 Italy, ha dichiarato: “La ricerca ha delineato quattro traiettorie di sviluppo per il prossimo quinquennio. Il filo conduttore è l’automazione dei flussi fisici e informativi che sembra l’unica risposta concreta ed efficace per abbattere i costi e migliorare il servizio, anche in un’ottica di sostenibilità”.
Il messaggio proveniente dai dati che emergono dalla ricerca e confermato dalle testimonianze delle aziende presenti sul palco dell’evento (Coop Italia, Conad, Nestlé e Fater) è inequivocabile: nonostante gli indubbi progressi registrati, occorrono ulteriori passi in avanti in grado di apportare nuovi vantaggi a tutta la supply chain, come evidenziato, tra l’altro, dall’analisi dei costi end-to-end del processo order-to-delivery e realizzata dal progetto “Riordino ottimo di filiera” di ECR.
Quindi, per la supply chain italiana, si fanno avanti nuove sfide certamente impegnative verso l’innovazione permanente, ma anche nuove e irrinunciabili opportunità.
Marco Mancinelli