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Technoretail - Giorgio Santambrogio di Gruppo VéGé: sì a retail e nuove tecnologie, ma con criterio
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Anno 2017

Giorgio Santambrogio di Gruppo VéGé: sì a retail e nuove tecnologie, ma con criterio

Nell’ambito del mondo retail, sia l’impatto che la portata attinenti all’ingresso delle nuove tecnologie rappresentano un trend di scenario sempre più rilevante. Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato di Gruppo VéGé e Presidente di ADM (Associazione Distribuzione Moderna), ci illustra l’approccio e le relative motivazioni del Gruppo nei confronti del mondo digital.

Come si affronta la concorrenza on line?

“Quando il vero concorrente è l’on line bisogna essere capaci di distinguersi con prodotti tipici e attraenti e con tutto quello che asseconda i moderni stili alimentari, ossia free from, vegan, vegetarian, dop-docg-igp, rich-in, superfood, biologico, etnico, chilometri zero, eu-organic, macelleria, salumeria, ittico, ortofrutta, per arrivare all’ibridazione fra vendita al dettaglio e ristorazione. Certo, nessun prodotto è inattaccabile, ma, almeno quando si parla di freschi e di freschissimi, l’italiano medio non crede ancora nel commercio elettronico, se non ne ha davvero bisogno”.

Insomma, o si sta con il canale fisico o si sta con il canale digitale?

“Non fraintendiamo. Sono ben lontano da una visione manichea, che comporti una scelta di campo tra fisico e digitale, visto che persino i pure player, in via del tutto sperimentale, aprono show room e negozi da toccare con mano. E l’ultima acquisizione di Amazon con Whole Foods testimonia in pieno la necessità di un fisico a pure e-tailer. Dunque, noi non possiamo e non dobbiamo rinunciare alle opportunità offerte dalla tecnologia. Chi, come VéGé, lavora sui prodotti alimentari e la cura della persona, crea, se è saggio, estensioni informatiche che tengono la porta aperta al commercio elettronico, ma soprattutto rafforzano il dialogo con il cliente tramite i social”.

Qual è la strategia di VéGé sul web?

“Siamo presenti soprattutto su Twitter e Instagram, dove ci piazziamo secondi in Italia dopo un finto discount. Su Facebook dobbiamo muoverci con cautela, visto che i nostri associati hanno già pagine proprie, che non possiamo cannibalizzare. La digitalizzazione comunque, per noi, parte dal punto vendita dove i beacon permettono di instaurare un dialogo tra lo smartphone e il prodotto/servizio e dove il cellulare si trasforma nello snodo di contenuti come promozioni ed eventi, per allacciarsi poi alla centrale”.

Quindi, di corsa anche voi verso il commercio elettronico?

“Accettiamo anche la sfida dell’e-commerce purché non sia centralizzato. Alcuni associati sono attivi con successo sulla rete. In Sicilia e Sardegna, per esempio, vendiamo i prodotti tipici tramite una piattaforma proprietaria. Ma attenzione: la vendita on line, anche se intesa come clicca e ritira, non deve fare aggio sul rapporto tra il consumatore e gli addetti al punto vendita. Bisogna trovare il giusto equilibrio, caso per caso”.

       
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