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Digital Payments: a grandi passi verso la cashless society
Diventeremo sempre di più una cashless society? Una società che non utilizza il contante è, al momento, uno scenario ancora troppo futuristico, soprattutto in Italia, dove questa modalità di pagamento resta la preferita dai consumatori. I numeri, però, ci dicono che la tendenza è ormai in atto.
Secondo i dati forniti dall’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano, le nuove modalità di pagamento stanno infatti conquistando gli italiani: si tratta di un mercato che, oggi, vale 46 miliardi di euro, ma si stima che nel 2020 il valore sarà più che raddoppiato. Oggi, è possibile pagare tramite carte di credito contactless, smartphone o addirittura attraverso i wearables, dispositivi indossabili che all’occorrenza possono trasformarsi anche in device per il pagamento.
Modalità che soprattutto le nuove generazioni dimostrano di apprezzare particolarmente, senza dimenticare la spinta che proviene anche da Paesi in forte sviluppo come la Cina, dove queste nuove forme sono ormai da tempo radicate e, ovviamente, anche dall’ecommerce, in crescita costante negli ultimi anni. D’altra parte, la tecnologia è, oggi, diventata talmente pervasiva nelle nostre vite quotidiane che, anche questo settore, non poteva non esserne influenzato. Certo, è ancora troppo presto per dire definitivamente addio al contante, ma la sensazione, come dimostrano le opinioni dei principali attori del settore intervistati in questo speciale, è che la strada sia ormai tracciata.
L'esempio della Cina
Se esiste un Paese di riferimento per quanto riguarda le nuove modalità di digital payments, questo è sicuramente la Cina. In questo Paese, infatti, i metodi alternativi di pagamento hanno vissuto un vero e proprio boom negli ultimi anni, come dimostra anche il caso di Alipay. «Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti, tenendo presente che il nostro mercato è limitato ai pagamenti operati dai turisti cinesi in Italia, il transato è triplicato nel corso dell’ultimo anno – sottolinea Pietro Candela, Responsabile dello Sviluppo di Alipay in Italia –. Una crescita notevole in parte forse dovuta all’effetto start-up, essendo presenti dal mercato da soli tre anni, ma soprattutto frutto della nostra capacità di coprire in modo ampio le categorie merceologiche preferite dai turisti cinesi, oltre ad estenderci sul settore dei servizi per consentire di migliorare l’esperienza di viaggio ai nostri utenti».
I travel shopper cinesi che visitano il nostro Paese vogliono vivere il sogno della “dolce vita” e dunque sono alla ricerca di esperienze di acquisto “autentiche” nei flagship dei settori più iconici del nostro paese come moda, lusso e beauty, apprezzando in modo particolare la qualità del made in Italy e l’eccellenza del servizio. «Dobbiamo tener presente che sono utenti abituati a vivere delle esperienze omnicanale, quindi dobbiamo cercar di garantire questo servizio anche nel mercato interno. Per questo, la super App Alipay consente di scoprire i negozi e le offerte ancor prima del viaggio, oltre ad arricchire l’intero percorso di acquisto – aggiunge Candela – L’uso degli strumenti digitali aiuta inoltre a ridurre le barriere comunicative. Per un engagement più efficace di questi consumatori è inoltre necessario impostare un’accoglienza personalizzata».
In futuro, Alipay prevede di coinvolgere nell’utilizzo dei propri servizi anche altre comunità asiatiche, di passaggio o stabilite in Italia, spesso ampie quanto quella cinese. «Inoltre, puntiamo a far diventare Alipay un ponte tra il mercato orientale e quello italiano, aumentando il livello di servizi di marketing e prodotti innovativi da rendere disponibili ai merchant italiani – conclude Candela –. Siamo poi in procinto di lanciare numerosi servizi innovativi che possono supportare la gestione del cliente mediante la app. Lo scanner dei QRcode che genera promozioni e servizi esclusivi è una prima novità. Come la possibilità di creare codici collegandoci menù o cataloghi così da poterli leggere direttamente in cinese, ordinare e pagare senza dover interloquire con un cameriere, oppure prenotare un bene in modo da poterlo ritirare con comodità. Il tutto a portata di smartphone, che rappresenta il valore aggiunto all’utilizzo della nostra App e si traduce in fidelizzazione del cliente. Crediamo, infatti, che la leva dell’innovazione rappresenti il futuro del retail e del rapporto con i consumatori».
La rivoluzione è guidata dai Mobile
Secondo i già citati dati dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano, il valore del mercato dei pagamenti in Italia per gli acquisti di beni e servizi di consumo è di 654 miliardi di euro. Il contante resta il mezzo di pagamento più diffuso e utilizzato dai cittadini italiani: vale infatti il 52% del totale transato. Ad oggi, i cosiddetti “remote payment” rappresentano solo il 9% del mercato, per un controvalore di 59 miliardi di euro, ma mostrano elevati tassi di crescita anno su anno, in particolare per quanto riguarda la componente di acquisti su siti e-commerce e pagamenti tramite bonifico da home banking. «I nuovi digital payment continuano a crescere a un ritmo elevato e rappresentano un terzo del totale dei pagamenti digitali con carta – spiega Luca Giacoma-Caire, Direttore Marketing di Cofidis Italia –. Questa crescita è trainata in particolar modo dalla componente di prossimità delle carte contactless e dai mobile proximity payment, un trend che proseguirà di sicuro nei prossimi anni grazie soprattutto al diffondersi della modalità mobile per i pagamenti sui punti vendita».
In questo scenario, nel 2012, Cofidis ha introdotto nel mondo retail il servizio PagoDIL «Si tratta di una soluzione che permette ai clienti di poter scegliere un pagamento dilazionato sicuro, veloce, senza interessi e alcun costo aggiuntivo tramite una carta ban-comat o Postamat su un nostro POS – sottolinea Giacoma-Caire –. Abbiamo ridisegnato l’esperienza di acquisto in un punto vendita e portato un’innovazione rivoluzionaria nel mondo del consumer finance. Oggi, abbiamo più di 10mila punti vendita convenzionati e spaziamo su tutti i settori retail. Insomma, la forza di PagoDIL è proprio questa trasversalità, perché è studiato per i clienti e non per i settori come di solito ragiona il mondo del credito». Nel mese di Giugno, Cofidis ha fatto un ulteriore passo in avanti, portando PagoDIL su SmartPOS grazie alla tecnologia Android. «Abbiamo ridisegnato la customer experience migliorandola, rendendola più veloce e 100% digital. Insomma, sempre più vicina a quello che ci chiedono i nostri dealer e partner e i nostri clienti», conclude Giacoma-Caire.
User Experience e Sicurezza
«Il fermento di questi anni nel settore del mobile payment ha premiato in Europa e negli Usa le soluzioni che ripensavano la user experience realmente attorno all’utente, e questo, senz’altro, è un aspetto virtuoso», parola di Antonio Bonsignore, CEO di Mobysign, che individua proprio nell’attenzione all’esperienza di acquisto uno dei fattori fondamentali dietro alla crescita dei servizi di pagamento digitale. «Il comparto fintech può infatti offrire servizi nuovi e comodi, ora anche caratterizzati da una maggiore attenzione a quegli aspetti di sicurezza in parte trascurati in passato. Da questo punto di vista, è importante l’introduzione della nuova normativa europea PSD2 che introduce regole fondamentali, spesso, però, non recepite dagli operatori del settore con la necessaria attenzione». Proprio sulla user experience e sulla sicurezza ha puntato molto Mobysign in questi anni.
«Grazie alla sua “terzietà” rispetto ai provider finanziari, il nostro servizio fa coesistere mezzi di pagamento eterogenei, sia nei punti vendita che su siti ecommerce, tutti disponibili in un’unica app per la semplicità d’uso degli utenti e per la facilità di integrazione nei sistemi degli esercenti – afferma Bonsignore –. Proprio grazie alla sua natura di abilitatore tecnologico, Mobysign consente poi agli esercenti di emettere le loro giftcard e carte prepagate su mobile, offrendo a questi un’infrastruttura pronta e all’utente finale la comodità di utilizzare la stessa app anche per altri mezzi di pagamento ed esercenti. In questo senso, abbiamo stretto un importante accordo con un player che opera a livello globale per l’emissione mobile delle sue gift card. Il servizio sarà lanciato a breve con una customer journey cool e accattivante».
Mobysign è anche partner mondiale di Oracle e per questo motivo sta integrando la sua soluzione all’interno delle casse dell’azienda americana, mentre già da tempo è presente un’opzione disponibile nelle casse Ncr e in altri sistemi. «La nostra soluzione è poi utilizzabile come app per l’esercente al posto del Pos, poiché i dati del mezzo di pagamento non vengono inviati in rete, ma solo un loro riferimento. Il tutto a vantaggio della sicurezza – conclude Bonsignore –. Stiamo infine lanciando il servizio di registrazione utente “one click” sui siti e-commerce che consente all’utente di recuperare le sue utenze senza dover utilizzare né richiedere le vecchie password, ma effettuando il login attraverso l’interazione con il mobile anche per la navigazione web da computer».
L’era degli “smart POS”
Un consumatore sempre più “smart”. Non solo perché è più informato e più attento ai propri acquisti, ma anche perché richiede soluzioni di pagamento sempre più intelligenti, pratiche da usare e sicure. Non è un caso, quindi, che, secondo quanto rilevato da Pax Italia, negli ultimi tempi, si sia registrata una forte richiesta dei cosiddetti “smart POS”. «Si tratta di terminali di pagamento basati sul sistema operativo Android e sono quindi intelligenti, flessibili ed integrati – spiega Danilo Arosio, Business Development Director di Pax Italia – Questa nuova tipologia di terminali permette agli esercenti non solo di accettare pagamenti, ma anche di usufruire di applicazioni a valore aggiunto come per esempio la gestione di cassa e del magazzino, le comande, gli ordini e persino la prenotazione di taxi».
La riprova del fermento di questo settore, secondo Arosio, si riscontra anche nell’aumento del numero di mercati verticali nei quali i pagamenti digitali sono oggi accettati, come, per esempio, i settori del trasporto, dei parcheggi, dei parcometri, del self-check out e del self ordering nel mercato retail. Di contro, però, esiste ancora una certa riluttanza ad accettare pagamenti di piccoli importi in modo digitale, cosa che rappresenta in parte un freno alla diffusione dei digital payments. «Questo però non rappresenta un limite all’evoluzione futura del POS, che sarà sempre più considerato erogatore di servizi e non soltanto semplice strumento di pagamento. L’esperienza di acquisto sarà inoltre sempre più omnichannel, con un’integrazione di tutti i canali di vendita che inevitabilmente andrà a vantaggio del consumatore finale, il quale avrà la possibilità di acquistare come, dove e quando vorrà – conclude Arosio –. In quest’ottica, stiamo potenziando il nostro marketplace in modo da poter fornire un catalogo di applicazioni sempre più completo e per rispondere a tutte le esigenze del mercato».
Flessibilità dei metodi di pagamento
«L’evoluzione dei new digital payments, in cui rientrano il pagamento in prossimità utilizzando carte contactless e tramite mobile e wearable devices, stimola fortemente il consumatore finale a un utilizzo sempre più assiduo di queste modalità di pagamento». È questo, secondo Federico Fanello, Direttore Generale di Verifone, il trend principale del settore, che vede il cliente finale sempre più confident nei confronti dei metodi di pagamento alternativi rispetto al contante. «I digital payments, soprattutto quelli di ultima generazione, stanno inoltre dando una forte spinta nell’erodere la percentuale di pagamento più inefficienti – aggiunge Fanello –. I contactless payments e i mobile proximity payments, grazie anche all’ingente lavoro di rinnovo del parco POS verso il contactless attuato dagli operatori del settore nel corso degli ultimi anni, sono un elemento chiave da questo punto di vista».
A tutto questo, si aggiunge, poi, la tendenza a rendere sempre più semplice, smart e “trasparente” l’esperienza di pagamento per l’utente finale, con un occhio di riguardo all’accesso a servizi a valore aggiunto sia per il merchant che per il consumatore. «La diffusione di terminali di pagamento evoluti, in grado di gestire gli schemi di pagamento tradizionali, gli alternative payments e applicazioni non strettamente legate al pagamento stesso, oltre che dei sistemi di cassa evoluti vanno proprio in questa direzione – prosegue Fanello –. Parallelamente, la convergenza tra il mondo dell’on line e l’instore sta iniziando a concretizzarsi, attraverso nuove abitudini di acquisto dei consumatori che possono sperimentare percorsi di acquisto omnicanale. Anche in questo, l’utente finale è interessato alla flessibilità nella selezione dei prodotti e servizi, nel loro pagamento e nella scelta del canale di consegna di quanto acquistato».
Proprio per questo motivo, la nuova linea di terminali Verifone Engage è stata pensata per essere connessa in maniera nativa con un’ampia gamma di innovativi servizi in cloud, a disposizione del cliente finale con formule modulari e scalabili. «Estate management, centralized diagnostic, business intelligence, remote key loading, smart onboarding sono solo alcuni esempi delle molteplici possibilità finalizzate all’incremento delle revenue e alla riduzione del total cost of ownership del terminale – conclude Fanello –. Da sempre, siamo in prima linea nell’offrire una esperienza d’acquisto allo stato dell’arte e tramite i nostri servizi cloud, siamo inoltre in grado di garantire l’accettazione di innumerevoli metodi alternativi di pagamento e di offrire forme di finanziamento degli acquisti semplici, veloci e convenienti».
Un ponte tra mondo fisico e digitale
Secondo i dati diffusi dalla società di consulenza PwC, solo nel triennio 2015-2017 le carte prepagate sono state in costante aumento sia per numero (+11,4%) che per valore complessivo delle transazioni e dei volumi (+ 43,1%). «Si tratta di una crescita che sta impattando anche sui nostri prodotti, vale a dire gift card e prepagate – afferma
Gaetano Giannetto, CEO e Founder di Epipoli –. Il giro d’affari che transita nella piattaforma hi-tech si aggira oggi sui 400 milioni di euro di valore, ma siamo pronti a scommettere che in dieci anni arriveremo a 2 miliardi». Una grossa spinta a questo settore è arrivata con l’introduzione della normativa PSD2: il sistema del prepagato, infatti, oggi non è più banco-centrico e stiamo quindi assistendo alla disruption dei sistemi di pagamento; questo fornisce ai retailer una grande opportunità, vale a dire inserirsi all’interno del cosiddetto light banking. «Da questo punto di vista, le gift card e le carte prepagate rappresentano ancora di più un ponte perfetto tra il mondo fisico e quello digitale e possono incrociare virtuosamente le opportunità rappresentate da tanti altri ambiti per aumentare l’afflusso ai punti vendita», aggiunge Giannetto.
Operare in questo settore, inoltre, offre un’occasione preziosa: quella di poter contribuire all’alfabetizzazione dei consumatori in materia di pagamenti digitali. «Per esempio, la Epipoli prepagata Mastercard è un ottimo strumento per relazionarsi al mondo dei digital payment in maniera sicura – conferma Giannetto – Tutto il mondo del light banking deve però prendersi cura dei consumatori informandoli dei rischi collegati alle nuove modalità di pagamento». Proprio la Epipoli prepagata Mastercard sarà nuovamente protagonista di uno spot televisivo. «Per la prima volta in Europa, una gift card arriva in tv al pari di un qualsiasi prodotto mass market – spiega orgoglioso Giannetto –. Per noi, è una tappa fondamentale del processo iniziato con la distribuzione di questi strumenti all’interno di supermercati e ipermercati. Infatti, se da una parte è un traguardo, dall’altra si tratta di certo di un punto di partenza per lanciare nuovi sistemi di pagamento digitale, arrivando sempre più in fretta nelle case dei consumatori. Uno di questi sarà nel prossimo futuro la versione ricaricabile della prepagata Mastercard».
Transazioni medie in aumento
Da un lato, si assiste a un utilizzo sempre maggiore delle carte anche per le piccole spese, con una riduzione delle transazioni medie, rilevate dal Politecnico di Milano, da 60,5 euro nel 2017 a 57 nel 2018. Dall’altro, l’impiego di dispositivi mobili o wearable cresce a gran velocità. «Riguardo il primo trend American Express si distingue per un valore delle transazioni ben più alto rispetto alla media del settore, frutto di una clientela fidelizzata e altospendente, di grande interesse per i commercianti – sottolinea Giovanni
Speranza, VP and Head of Acquisition, Early Engagement and Insurance Business di American Express Italia –. Riguardo il secondo trend, invece, American Express è sempre all’avanguardia e ha anticipato il mercato con partnership dedicate e accordi con i principali fornitori. Proprio questa tipologia di pagamenti garantisce l’accesso a tutte quelle attività che oggi riteniamo utili o indispensabili, dall’e-commerce ai servizi on line offerti dalla pubblica amministrazione al cittadino. «Un altro aspetto virtuoso è la trasparenza verso il consumatore che conserva facilmente traccia delle proprie spese e ha accesso a dati utili per ottimizzarle – sottolinea Speranza –. Tra le prospettive più interessanti ci sono poi i risvolti della PSD2, che incrementerà la competitività e promuoverà l’innovazione nei servizi finanziari, rimuovendo i limiti dovuti alla regolamentazione non omogena dei paesi UE in termini di pagamenti digitali e abbattendo i costi dei pagamenti, in particolare tra paesi UE e non UE. Una potenziale problematica è però rappresentata dallo scarso accesso alle tecnologie e alla cultura digitale da parte delle piccole imprese o dei piccoli punti vendita, che rischia di incrementare il divario con le aziende più evolute».
In questo contesto, le priorità strategiche di American Express sono la digitalizzazione dei servizi e la copertura presso i punti vendita. Grazie ai risultati raggiunti in Italia e alla crescita riscontrata, l’azienda ha sbloccato investimenti addizionali per la creazione di un team dedicato allo sviluppo del potenziale delle piccole e medie realtà commerciali attive sul mercato italiano. «Anche grazie a questi investimenti è stata incrementata l’estensione dell’accettazione di American Express presso tutti i punti vendita – conclude Speranza –. Abbiamo, inoltre, da poco rilanciato Carta Platino, in metallo e con nuovi benefici ed eventi dedicati. Abbiamo anche rinnovato la campagna “Dove sei tu” che conferma la vicinanza di Amex alle piccole imprese locali incentivando i titolari di carte a fare acquisti presso ristoranti, bar e negozi di quartiere, attraverso l’assegnazione di punti aggiuntivi per le iniziative previste dal Club Membership Rewards. Infine, i nostri titolari possono contare su un ricco ventaglio di offerte grazie alla piattaforma digitale “Amex Offers” disponibile sul sito American Express e su App».
Integrazione tra POS e registratore di cassa
«Negli ultimi 5 anni, abbiamo assistito alla convergenza di due mondi apparentemente distinti ma funzionalmente sovrapposti: da una parte il registratore di cassa e dall’altra il pos tradizionale», una tendenza rilevata da Stefano Lenzi, POS Product Marketing Manager di Custom, azienda che, oggi, sta offrendo sul mercato soluzioni innovative che rispondano proprio a questa esigenza». «Oltre a design, prestazioni e sicurezza intendiamo continuare a essere trendsetter tecnologici segnando e guidando il settore retail – aggiunge Lenzi –. Nonostante tutte le nuove tecnologie il punto cassa del futuro sarà sempre composto da tastiera, display e cassetto; sicuramente ci saranno tante evoluzioni come i sistemi touch, wearable, le soluzioni IoT e i software sempre più smart ma la vera innovazione rimane sempre quella di facilitare al massimo il processo di vendita, rispettando le esigenze dei retailer e migliorando sempre la customer experience».
Custom ha, pertanto, affiancato aziende leader come Nexi e Sisal, nello sviluppo di una soluzione integrata composta da una parte hardware e una software che permette agli esercenti di rispondere ai requisiti di legge sul rilascio dello scontrino fiscale, sull’invio telematico dei dati e della fattura elettronica. «Il Gruppo, assieme ai principali player di mercato, è riuscito a sviluppare un unico device in grado di accettare ogni tipologia di pagamento elettronico e, nello stesso tempo, disporre di tutti i requisiti tecnologici per rispondere alle normative in materia fiscale», sottolinea Lenzi. L’integrazione rappresenta, quindi, un fondamentale passo avanti nella rivoluzione dei punti vendita, poiché consente di semplificare l’attività quotidiana dell’esercente, migliorare l’esperienza di pagamento del consumatore, spingere ulteriormente la diffusione dei digital payments nel nostro Paese.
«Oggi, il Gruppo Custom si presenta come punto di riferimento a livello mondiale nella progettazione e realizzazione di soluzioni fiscali in ambito internazionale, offrendo un’ampia gamma di prodotti per l’automazione dei servizi al pubblico in oltre 71 Paesi nel mondo – prosegue Lanzi –. L’obiettivo aziendale è creare tecnologia innovativa, ma, allo stesso tempo, affidabile ed evoluta, di facile utilizzo, di semplice integrazione che possa supportare a 360 gradi le esigenze del mondo retail offrendo vantaggi immediati e tangibili».
Italia protagonista della “Cashless Revolution”
«Stiamo assistendo a un’accelerazione di quella che chiamiamo “cashless revolution” che è soprattutto un trend culturale che sta coinvolgendo sia i clienti che gli esercenti». Questo, in estrema sintesi, è il pensiero di Marc-Alexander Christ, Co-Founder e CFO di SumUp, secondo cui il settore sta vivendo un periodo molto florido. «Nel mondo SumUp è doppiamente vero perché non solo stiamo beneficiando di un trend positivo in generale – aggiunge –, ma il fatto che moltissimi artigiani, piccoli commercianti e PMI, ovvero la vasta nicchia alla quale puntiamo, si stiano dotando di dispositivi di accettazione dei pagamenti elettronici rappresenta un elemento moltiplicatore di questo trend di crescita». Fra gli aspetti virtuosi, Christ vede una diffusione del pagamento con moneta digitale senza barriere anagrafiche o socioculturali, un metodo alla portata di tutti. «Se un tempo la carta era una sorta di status symbol dei colletti bianchi ora è una commodity – sottolinea –. Dal lato degli esercenti, l’Italia ancora sconta una reputazione non del tutto positiva dei POS tradizionali che richiedono molta burocrazia, hanno costi nascosti, abbonamenti e fee annuali. Introdurre l’elemento di trasparenza e semplicità è il principale driver di crescita di SumUp nei confronti di PMI, commercianti e artigiani che possono dotarsi di un nostro reader per poche decine di euro e non sostenere alcun costo di gestione o abbonamento e accettare tutte le forme di pagamento elettronico con solo una commissione fissa sul transato».
In questo contesto, l’azienda si prepara a un grande piano di investimenti per penetrare maggiormente nei 31 paesi dove è già presente, forte anche del recente finanziamento record di 330 milioni di euro che le consentirà un ancor più rapido sviluppo in tutti i mercati dove opera. «Siamo in un momento storico cruciale per l’Italia, uno degli ultimi stati europei che sta per vivere la “cashless revolution” e il nostro auspicio è che questo Paese possa essere uno dei protagonisti principali di questo passaggio storico. A questo proposito, si moltiplicano le iniziative di carattere legislativo e le proposte dei protagonisti del mondo dell’impresa, come, per esempio, il Centro Studi Confindustria, per favorire e incentivare l’uso del cashless e questo ci fa essere molto positivi sul futuro e il successo di SumUp in Italia»
L’importanza del cashback
A livello internazionale, due sono le macro-tendenze principali rilevate da Andrea Allara, Chief Business Development Officer di Satispay. La prima è quella che, in Occidente, vede crescere le realtà che offrono il cashback come strategia di promozione del sistema di pagamento stesso, ma spesso con modelli che impattano sulla marginalità dell’esercente. «Satispay, che su questo meccanismo ha giocato di grande anticipo e ne ha intuito subito le potenzialità, ha sviluppato invece un modello virtuoso che consente agli esercenti di ottenere grande visibilità attraverso l’app semplicemente facendo delle promozioni cashback che possono essere declinate in diverse modalità in base all’obiettivo, sia esso la conquista di nuovi cliente o la loro fidelizzazione – spiega Allara –. Per l’esercente, è un’ottima alternativa al classico sconto in quanto non va a erodere il fatturato, come accade con le scontistiche applicate a priori sui prezzi, ma essendo un rimborso erogato a posteriori, ossia dopo il pagamento, può essere considerata una spesa di marketing vera e propria. La seconda macro-tendenza è quella dell’esplosione dei sistemi di mobile payment in estremo oriente che sfruttano la biometria e l’uso dei dati per costruire un’esperienza di pagamento eliminando qualunque frizione.
«Quest’ultimo è sicuramente un obiettivo per stimolare l’adozione dei sistemi di pagamento digitali ed è perfettamente in linea con la mission di Satispay di semplificare la vita delle persone – aggiunge Allara –. Stiamo, quindi, lavorando sulla user experience per semplificare al massimo l’atto del pagamento: dall’introduzione dei pagamenti ricorrenti per bollette o servizi digitali, al QR code dinamico per i retailer on line, che consente di generare un codice che porta con sé già le informazioni sul prezzo da pagare. L’utente che utilizza Satispay non dovrà più nemmeno digitare la cifra per procedere al pagamento, ma potrà semplicemente inquadrare il QR code e procedere con l’Invio del pagamento».
Proprio in virtù di queste tendenze, dal punto di vista dell’utente nel corso del 2019, Satispay ha ampliato in maniera significativa la propria sezione servizi, «dai bollettini, al bollo auto, fino ai risparmi, a cui in futuro potranno essere associati anche forme di investimento, portandoci a diventare effettivamente l’App per la gestione dei servizi finanziari a 360 gradi», spiega Allara. Dal punto di vista dell’esercente, invece, l’elemento più significativo è il servizio di “Cashback Network” che consente ai negozianti di attivare in autonomia direttamente dalla piattaforma il cashback per il proprio cliente. «Si tratta di una vera e propria piattaforma di marketing self service in cui il negoziante può costruire delle campagne in base ai propri obiettivi di business – conclude Allara –. In un contesto in cui il ritorno sull’investimento di marketing è difficilmente misurabile, soprattutto, per i piccoli esercenti, Satispay propone un costo per incasso: il cashback diventa infatti una spesa per l’esercente esclusivamente a vendita effettuata. Una vera e propria rivoluzione, sia di approccio che culturale perché mette a disposizione anche per il piccolo esercente un potente strumento di marketing iperlocale, che intercetta il cliente nella fase in cui è più predisposto e vicino al potenziale acquisto, ma anche un marketing che si paga a performance, quindi solo quando effettivamente porta dei risultati».
POS più piccoli e “smaterializzati”
Un incremento del 12% dei pagamenti elettronici, a cui si affiancano circa 50 miliardi di transazioni effettuate in maniera contactless, vale a dire una su quattro. Numeri importanti quelli rilevati da Ingenico, che testimoniano la crescita dell’utilizzo di moneta elettronica, anche grazie all’evoluzione degli strumenti tecnologici. «L’incremento delle soluzioni contactless sono la porta d’ingresso per l’introduzione di servizi ancora più smart – spiega Dario Sacchetti, Sales Marketing and Business Development Director di Ingenico –. Uno di questi è senza dubbio l’utilizzo dello smartphone. Pensiamo, per esempio, all’e-commerce, che oggi vale 32 miliardi di euro con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente: il 40% delle transazioni avviene proprio da cellulare». Oltre all’e-commerce, ci sono anche altri settori che nel prossimo futuro dovrebbero registrare un incremento delle transazioni attraverso metodi alternativi di pagamento.
«Pensiamo, per esempio, al settore transportation, come testimonia il caso dei tornelli della metropolitana di ATM Milano, oppure I treni Leonardo Express e Malpensa Express, per i quali abbiamo fornito una parte della tecnologia abilitante, contribuendo a rendere l’esperienza di acquisto più semplice – racconta Sacchetti –. Anche il segmento delle vending machine è insospettabilmente interessante, poiché il suo mercato cresce di circa il 2% all’anno e al momento la base in-stallata è quasi del tutto scoperta dai pagamenti elettronici». Lo stesso merchant, oggi, deve abituarsi sempre di più ad accogliere diverse tipologie di payment. «Dobbiamo aiutarli attraverso il software giusto – conferma Sacchetti –. Nei Paesi in via di sviluppo, questi pagamenti si sviluppano più rapidamente e noi stiamo lavorando in questa direzione soprattutto insieme a coloro che lavorano con clienti esteri. Ci proponiamo, inoltre, di offrire al merchant quella omnicanalità oggi divenuta un’esigenza imprescindibile per migliorare l’esigenza d’acquisto. Proprio in questa direzione va, per esempio, la nostra soluzione Axium, che sfrutta il sistema operativo Android sui nostri POS, avvicinando la fruibilità del sistema a quella degli smartphone».
Evoluzione che, secondo Sacchetti, porterà anche a rimpicciolire e smaterializzare il POS fisico, rendendo l’esperienza di acquisto ancora più semplice e veloce. «In questo senso – conclude – stiamo lavorando con importanti partner a soluzioni con il tap on phone, vale a dire l’utilizzo del telefono come POS e sul pin on mobile, un vero e proprio mini POS che si attacca direttamente ai device mobili».
Luigi Piscitelli