Secondo la ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Planning 2025 della School of Management del Politecnico di Milano, realizzata su un campione di 271 aziende manifatturiere di diverse dimensioni e con il supporto di Remira Italia, nel nostro Paese soltanto 1 organizzazione su 10 ha oggi una strategia strutturata di prevenzione dei rischi nelle catene di fornitura, nonostante la consapevolezza diffusa dell’instabilità dei mercati.
In particolare appena il 26% delle grandi aziende e il 5% delle Pmi ha adottato un approccio preventivo, mentre la maggioranza continua a reagire agli eventi piuttosto che anticiparli. Tuttavia, il trend è in crescita: un ulteriore 22% delle grandi imprese e l’8% delle Pmi prevede di adottare strategie dedicate entro la fine del 2025. L’impulso delle aziende italiane verso una maggiore resilienza si riflette nei progetti di trasformazione digitale avviati nell’ultimo anno che coinvolgono circa il 60% delle aziende.
La ricerca sottolinea inoltre che il successo della trasformazione dei processi di pianificazione si fonda sul capitale umano: oltre il 60% delle aziende italiane gestisce i propri progetti di innovazione con il contributo delle persone interne all’organizzazione.
La pianificazione della supply chain italiana è sempre più orientata in tre direzioni: interoperabilità dei sistemi, governance dei dati e adozione dell’intelligenza artificiale. L’integrazione tra i sistemi gestionali (Erp, Wms e Tms) resta ancora parziale, mentre oltre il 20% delle grandi imprese e più del 40% delle Pmi non dispone di regole formali sulla data ownership, con conseguenze negative sulla qualità della reportistica e sulla coerenza dei Kpi. Per l’AI c’è ancora tanta strada da fare: il 62% delle grandi imprese e l’86% delle Pmi non ha ancora implementato soluzioni basate su questa tecnologia.
“La competitività delle imprese italiane nei prossimi anni – spiega Matteo Sgatti, regional sales manager di Remira Italia – dipenderà dalla capacità di combinare pianificazione strategica, gestione proattiva e non più passiva del rischio, automazione intelligente e investimento costante sulla formazione. Le supply chain non sono più semplici catene di fornitura, ma veri e propri ecosistemi dinamici e interconnessi, in cui la complessità cresce di pari passo con le opportunità. L’abilità di leggere i segnali del mercato, anticipare gli scenari e adattare processi e competenze in maniera agile diventerà il fattore più determinante per la leadership nei settori manifatturiero e logistico”.