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Checkpoint Systems illustra lo store del futuro
Oggi più che mai, stiamo assistendo ad alcuni cambiamenti epocali nel mondo del retail, il cui percorso si sta legando a filo sempre più stretto a quello dell’e-commerce. Il successo di quest’ultimo non soltanto ha modificato le abitudini d’acquisto dei consumatori, ma sta impattando anche sempre più sulla concezione tradizionale di negozio fisico.
Una nuova idea di commercio sta prendendo forma e i retailer sentono sempre più la necessità di adeguarvisi. Per il quinto anno consecutivo, l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano ha presentato lo studio “The store of the future. The place to be!”, sponsorizzato anche da Checkpoint Systems, l’unico fornitore di soluzioni verticalmente integrate per il retail. La ricerca, condotta sui primi 300 Retailer per fatturato in Italia insieme a un campione di altre 300 PMI, ha messo in luce i profondi cambiamenti che stanno investendo il settore retail.
Sebbene i consumi siano in ripresa, non hanno ancora raggiunto i livelli pre-crisi: si stima che le crescite totali in Italia per le vendite al dettaglio siano del +1,7% tra on line e off line. Nonostante oggi il retail tradizionale rimanga il canale d’acquisto privilegiato, sta perdendo terreno rispetto all’e-commerce: nei Paesi europei, dove il commercio on line è più sviluppato, si stimano cifre pari a 77 miliardi di euro di vendite solo nel Regno Unito, 53 miliardi in Germania, 44 miliardi in Francia e 15,2 miliardi in Italia.
La tecnologia sta penetrando in modo sempre più capillare: nel 2018, Amazon ha inaugurato il primo cashless store e termini come IoT, Machine Learning e Intelligenza Artificiale sono i vocaboli che segneranno il futuro del retail. Lo shopping sarà sempre più frictionless: nel front-end, il cliente vuole uscire dallo store senza ostacoli, le barriere alla cassa saranno sempre più fluide con, per esempio, il saldo della spesa che verrà addebitato direttamente sullo smartphone. Anche il back-end sarà sempre più tecnologico: tramite l’Internet of Things, è già possibile una migliore gestione degli inventari con le tecnologie RFID, come quelle che, da tempo, Checkpoint è in grado di offrire ai suoi clienti, con l’obiettivo di fornire un set completo di soluzioni per i diversi bisogni dei retailer.
Nel nostro Paese, le imprese sono numerosissime, addirittura la densità per km quadrato è 1,4 volte superiore rispetto alla media europea. Eppure, benché la presenza dei retailer sul territorio nazionale sia così concentrata e diffusa, la spesa di questi per il digitale registra una percentuale piuttosto bassa (ferma al 21% del totale nel 2018). Il panorama del retail italiano è, quindi, ancora relativamente restio a grandi investimenti tecnologici: lo scorso anno, solamente il 33% del campione si è focalizzato su sistemi per l’accettazione di pagamenti innovativi e il 27% ha cercato soluzioni a supporto della fatturazione elettronica e dematerializzazione. I 300 Retailer presi in esame utilizzano i canali digitali come ausilio per le fasi di pre o post-vendita oppure per abilitarla. Il 96% di essi ha canali di vendita sia on line sia su mobile, mentre solamente il 3% ha scelto di essere solo on line.
Lo studio del Politecnico, inoltre, ha individuato tre macro-aree di investimenti per i retailer:
- Must Have, quindi innovazioni digitali che all’interno dello store fisico consentono una fruizione del prodotto facilitata, migliorando la customer experience, come cartellini interattivi, camerini smart e digital signage.
- Might Have, riguardanti tutte quelle soluzioni che sono legate alla vendita e di supporto al personale di vendita, come: sistemi di sales force automation e self-scanning e mobile App in the store. Questi strumenti, attualmente, sono percepiti dal consumatore come meno decisivi nell’accesso a prodotti e informazioni.
- Nice to Have, relativo a tutte quelle soluzioni legate alla realtà aumentata, una tecnologia che è ancora agli esordi e non è ancora percepita come una vera modalità di accesso a prodotti e informazioni.
Come sarà dunque lo store del futuro in Italia? La ricerca prospetta un’imminente “Retail Apocalypse”: gli store che non saranno in grado di proporre novità o adeguarsi alle soluzioni digitali saranno penalizzati rispetto a quei retailer che fin da ora stanno sfruttando le tecnologie omnicanale emergenti. Tuttavia, anche nei prossimi anni, il punto vendita sarà ancora il fil rouge che collega retailer e consumatori: i dati tecnologici saranno, invece, a supporto di questo legame. L’approccio sarà sempre più indirizzato verso l’omnicanalità con uno stabile 63% di store del futuro mappati nel nostro Paese e impegnati nella sperimentazione di nuove soluzioni omnichannel.
In questo clima così mutevole, Checkpoint Systems ha precorso i tempi, cercando di anticipare le esigenze del mercato. Per esempio, con il recente lancio della piattaforma HALO, l’azienda ha offerto per prima ai retailer soluzioni connesse e tailor-made dal magazzino al punto vendita. In quest’ottica di costante evoluzione, l’impegno di Checkpoint Systems all’insegna della ricerca e dell’innovazione si rinnova ancora una volta per anticipare i cambiamenti che investiranno il settore. Da cinquant’anni, il lavoro fianco a fianco con i retailer ha consentito di sviluppare le migliori soluzioni hardware, software e consulenziali per una gestione dei prodotti lungo tutta la filiera e siamo sicuri che questo approccio si dimostrerà vincente anche per il futuro.
Alberto Corradini
Italy Business Unit Director di Checkpoint Systems
(www.checkpointsystems.com/it)