Secondo lo studio realizzato da Ipsos per Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica, il settore del vending nel nostro Paese, dopo due anni consecutivi positivi, da gennaio a settembre del 2024 ha fatto registrare la prima frenata sia di fatturato (-1,8%,) sia di consumazioni (-3,4%).
In termini assoluti, il ricavato si attesta a quasi 1,2 miliardi di euro, mentre le vendite hanno generato 2,9 miliardi di euro. A influire negativamente sul comparto sono stati sicuramente i numeri dello smart working che nel 2024 è rimasto stabile con poco meno di 3,6 milioni di lavoratori. Inoltre, nonostante la distribuzione automatica sia tra i settori che ha aumentato di meno i prezzi al consumo, i gestori si sono ritrovati ad affrontare da un lato la crescita dei prezzi delle materie prime (specialmente del caffè che rappresenta il 57% delle consumazioni del settore), e dall’altro il ridursi delle consumazioni a causa della contrazione del potere d’acquisto degli italiani per via dell’inflazione.
Specchio di questa situazione l’andamento dei consumi nei primi nove mesi del 2024: il caffè, da sempre re delle consumazioni alle vending machine, perde il 2,9% rispetto al medesimo periodo del 2023. Male anche le bevande fredde (acqua minerale naturale e altre bevande fredde) che registrano un calo del 3,7%, gli snack (-2,8%) e i gelati (-34,4%). I prodotti a registrare un andamento positivo sono gli energy drink (+0,9%), le bevande a base di frutta con bassa (+9%) o alta (+3,1%) concentrazione di frutta, gli snack dolci (+4,8%) e salati (+0,5%), e il confectionery (+5,2%).
La riduzione dei consumi, insieme all’aumento dei costi delle materie prime e dei prodotti e alla diminuzione degli incentivi dell’Industria 4.0, ha ridotto anche la vendita delle vending machine (-20,9% nei primi 6 mesi del 2024) che sono fabbricate in Italia ed esportate in tutto il mondo. “Le imprese di gestione del vending sono state inserite a pieno titolo tra i beneficiari del Piano di Transizione 4.0 – commenta Massimo Trapletti, presidente di Confida – oggi però, pur avendo tutte le caratteristiche per rientrare anche nella Transizione 5.0, comprese quelle di risparmio energetico, non vi possono accedere a causa di alcune disposizioni fortemente restrittive e di difficoltà interpretative. Chiediamo pertanto al Ministero delle Imprese una semplificazione per salvaguardare una produzione importante del nostro Paese che è un simbolo di eccellenza anche all’estero, qual è quella delle vending machine, e per rilanciare l’innovazione in un canale distributivo alimentare che conta più di 3mila imprese e oltre 33mila occupati in tutta Italia”.