Come riporta il Digital Experience Benchmark 2024 realizzato da Contentsquare, lo scorso anno il 55% dei siti web ha registrato un volume minore di traffico a livello globale, il 58% ha visto un calo nel consumo e le conversioni sono scese del 5,5%.
L’analisi evidenzia anche come il 40% di tutte le visite online include elementi di attrito evitabili, tra cui errori Javascript, lentezza di caricamento delle pagine e rage clicking. L’aumento della spesa pubblicitaria e il calo del traffico hanno fatto salire il cost-per-visit di oltre il 9% in media lo scorso anno. Eliminare le cause di frustrazione resta quindi una priorità in tutti i settori, ma gli sforzi fatti per ottimizzare la performance delle app su dispositivi mobili stanno dando i loro frutti. Sono state proprio le app a registrare un aumento rilevante dell’engagement nel 2023 (14 pagine visualizzate per sessione rispetto alle 13,8 dell’anno precedente) e una conversion rate del 5,6%, tre volte quella del traffico web da mobile.
“L’attenzione ormai si è spostata sui dispositivi mobili – sottolinea Jean-Christophe Pitié, chief marketing and partnerships officer di Contentsquare – le app hanno registrato un maggiore engagement quest’anno, ma l’esperienza da mobile ha il potenziale per essere ottimizzata ancora viste tutte le informazioni che siamo in grado di raccogliere sul comportamento e le preferenze dei clienti”.
Anche se negli ultimi tre mesi del 2023 i dispositivi mobili si sono aggiudicati il 70% del traffico totale, il tempo di navigazione è minore del 60% rispetto a quello da desktop. Queste micro-visite contribuiscono al calo della conversion rate e mettono in luce la distanza tra le aspettative dei consumatori e l’esperienza mobile web offerta oggi. Un terzo del traffico totale registrato durante l’anno è stato generato da fonti a pagamento, una cifra che sale al 36% nel caso di nuove visite. Per quanto riguarda il traffico su dispositivi mobili, poi, la percentuale sale ancora al 40%, due volte più alta rispetto a quella desktop.
Il paid social è stato uno dei pochi canali a registrare un aumento di traffico nel 2023, sullo sfondo di un calo generale. Tuttavia, si tratta di un traffico che fatica a generare conversioni, soprattutto rispetto a quello paid search che invece ha una conversion rate 4 volte superiore. Secondo il report, le visite provenienti da social hanno un intento più debole e una bounce rate del 41% più alta rispetto a quelle provenienti dagli annunci di ricerca. I visitatori che arrivano al sito da un social, infatti, potrebbero aver inavvertitamente toccato il link spinti da uno storytelling accattivante o da un influencer, ma senza il giusto intento che invece è presente negli utenti che cliccano su un annuncio.
Il modo migliore per sprecare il valore delle visite? Far sentire frustrati gli utenti. Un sito che registri performance negative in termini di velocità di caricamento (più di tre secondi) e risposta alle interazioni utenti rischia di ridurre il proprio engagement del 15%. Il rage clicking, cioè cliccare su un item o pulsante più di tre volte in due secondi, continua a essere un fattore di frustrazione importante, presente nel 5,5% di tutte le visite online con gravi ripercussioni sulla fidelizzazione dei clienti.