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Bending Spoons premiata da Planeat.eco per la pausa pranzo sostenibile
Planeat.eco, piattaforma per la spesa online che propone uno shopping senza spreco mettendo il consumatore nelle condizioni di acquistare solo ciò che consuma, ha premiato Bending Spoons – software house italiana che da poco ha rilevato Wetransfer – con la targa “Pausa pranzo che salva il pianeta e l’uomo”, un riconoscimento per l’impegno dimostrato dall’azienda nel rispettare i valori Esg prefissati dall’Agenda 2030 e in particolare quello della sostenibilità ambientale e del non spreco alimentare.
Prima in Italia, infatti, Planeat.eco ha deciso di utilizzare per la consegna dei pasti alle aziende solo contenitori lavabili e tra le aziende che hanno accolto questa novità per prime c’è Bending Spoons, che, secondo i calcoli effettuati in collaborazione con il dipartimento di Economics and Management dell’Università di Pavia, grazie al servizio di pausa pranzo Planeat ha contribuito a risparmiare 1.701 kg di cibo che equivale a 5.671 porzioni di lasagne Planeat.eco, ha evitato di sprecare 994.61 litri di acqua pari a 13.261 docce da 5 minuti, ha evitato di produrre 1.846 kg di plastica, equivalente a 46.155 bottiglie da 1,5l, ha permesso di risparmiare suolo per 18.714 mq, pari all’area di 1.497 posti auto e ha permesso di distribuire 6.108 pasti sospesi, oltre ad aver risparmiato 4.321 kg di CO2 quanto 617.330 ore d’uso di una lampadina a basso consumo.
“La nostra aziebnda presta particolare attenzione alla qualità e alla varietà della pausa pranzo offerta ai propri collaboratori – afferma Jessica Leveraro, office manager di Bending Spoons – senza compromettere sulla sostenibilità dei partner che erogano il servizio. Per questo motivo, abbiamo abbracciato con entusiasmo il passaggio dai contenitori compostabili (già valida alternativa a quelli in plastica) ai contenitori riutilizzabili, grazie ai quali gli sprechi sono ridotti a zero”.
Da un anno Bending Spoons utilizza come servizio mensa per i suoi 540 dipendenti i piatti pronti di Planeat.eco, realizzati senza buttare via nemmeno un grammo di materia prima, in un contesto produttivo in cui il personale dipendente è retribuito e assunto in base a tutte le regole contrattuali condivise (rider inclusi), con criteri volti all’inclusione lavorativa di categorie protette e con fornitori delle materie prime locali e controllati.