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Technoretail - Iungo: il nearshoring in Italia crescerà del 9% da qui al 2025
Secondo Iungo l’80% dei nuovi fornitori oggi viene cercato vicino e non più nell’estremo Oriente
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Iungo: il nearshoring in Italia crescerà del 9% da qui al 2025

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Secondo la piattaforma di supply chain collaboration Iungo, in Italia il nearshoring – la tendenza ad accorciare la catena di fornitura per mitigare i rischi – è destinato a crescere del 9% fino al 2025, un trend che posiziona il Belpaese in vetta alla classifica delle destinazioni europee favorite per la centralizzazione delle forniture delle aziende continentali insieme a Polonia e Ungheria.

L’analisi è stata condotta a partire da un dato osservato dall’azienda: l’80% dei nuovi fornitori oggi viene cercato vicino e non più nell’estremo Oriente. In un contesto storico caratterizzato da pandemie, conflitti geopolitici e disastri naturali che causano interruzioni, blocchi, chiusure, restrizioni, ritardi nelle distribuzioni, aumento dei prezzi e scarsità di materie prime, il nearshoring aiuta a prevenire i rischi legati alle interruzioni di lunga durata nelle catene di fornitura e consente di ridurre la dipendenza da regioni geo politicamente instabili.

Il nearshoring permette alle imprese di rispondere rapidamente ai turbamenti del mercato grazie alla vicinanza geografica dei fornitori, riducendo i tempi di consegna e migliorando la capacità di adattamento. Abbatte inoltre i costi logistici e agevola la comunicazione e il controllo, diminuendo l’esposizione ai rischi geopolitici. In più, contribuisce alla sostenibilità e alla responsabilità sociale e beneficia di incentivi governativi.

Il nearshoring offre alle aziende numerosi vantaggi – spiega Andrea Tinti, ceo & founder di Iungoaumenta la flessibilità, permette di ridurre i costi logistici e soprattutto i tempi di consegna, consente di avere una maggiore capacità di risposta rispetto alle rapide variazioni di mercato e aumenta la resilienza della catena di fornitura. Inoltre, migliora la sostenibilità ambientale e facilita l'accesso a talenti qualificati nei Paesi vicini”.

Avvicinare, quindi, ma, soprattutto, diversificare per non dipendere da un unico fornitore: differenziare i partner è fondamentale per mitigare i rischi e garantire la stabilità operativa. Questo approccio riduce i rischi legati all’approvvigionamento, migliora le negoziazioni e incrementa la qualità dei prodotti. “Diversificare i fornitori non solo protegge l’azienda da imprevisti e interruzioni operative – conclude Andrea Tintima consente anche di cogliere opportunità di crescita in un mercato dinamico. Questa strategia permette di ridurre i rischi legati alla dipendenza da un unico fornitore, migliorare le condizioni di negoziazione grazie alla concorrenza, e accedere a risorse e tecnologie avanzate. Inoltre, stimola l’innovazione e garantisce una maggiore flessibilità nell’adattarsi alle variazioni della domanda, contribuendo a una maggiore resilienza e competitività aziendale”.

       
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