Secondo i dati dell’Osservatorio siti e-commerce italiani realizzato da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia, in collaborazione con Cribis, il numero di aziende italiane con un sito di e-commerce ha registrato un aumento del 3,4% rispetto al 2024, raggiungendo quota 91mila imprese.
Si evidenzia inoltre una crescita delle società di capitale con e-commerce (+8,5%), da 47mila del 2024 a 51mila nel 2025: questo incremento indica una progressiva maturazione del settore, con aziende sempre più strutturate e orientate a strategie digitali avanzate. Dall’analisi emerge che le imprese italiane che operano nell’e-commerce sono distribuite in modo eterogeneo sul territorio nazionale, con una maggiore concentrazione nelle regioni economicamente più sviluppate: Lombardia 19%, Lazio 11,6% e Campania 11,3%. A livello provinciale, i principali hub del commercio digitale sono Milano (9,6%), Roma (9,3%) e Napoli (6,2%).
Il settore più rilevante è il commercio (47,5%), seguito dai servizi (24%), ma i microsettori con maggiore incidenza sono l’industria delle bevande (25,5%), le attività editoriali (18,6%), la fabbricazione di prodotti chimici (12,6%) e le industrie alimentari (12,1%). Sul fronte della comunicazione digitale, emerge la forte presenza delle aziende e-commerce sui social media, ormai strumenti indispensabili per la promozione e il customer engagement. In particolare, l’82,7% delle aziende analizzate possiede almeno un social network. Di queste, l’84,4% ha un canale Facebook e il 69,6% è attivo su Instagram. Gli altri social media che superano la soglia del 10% sono YouTube, Linkedin e X.
“L’e-commerce italiano continua a consolidarsi, diventando un asset strategico per la trasformazione digitale delle imprese – commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm – l’analisi dell’Osservatorio evidenzia un settore sempre più strutturato, con aziende che investono in innovazione, digitalizzazione e customer experience. Tuttavia, permangono sfide importanti, come la necessità di rafforzare la presenza internazionale del Made in Italy e di favorire una maggiore integrazione tra i canali di vendita online e offline. Il futuro del commercio sarà sempre più orientato a modelli omnicanale e a soluzioni che garantiscano un’esperienza d’acquisto personalizzata e fluida per i consumatori”.