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Technoretail - L’innovazione digitale come soluzione di loss prevention per il retail
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Anno 2018

L’innovazione digitale come soluzione di loss prevention per il retail

La sicurezza presso i punti vendita del retail è un argomento sempre più all’ordine del giorno e, considerata la crescente attenzione ad essa riservata da parte degli operatori della distribuzione, sia l’offerta che la domanda di soluzioni basate su sistemi e strumenti per la prevenzione dei furti e, quindi, delle perdite inventariali vivono una fase di intenso sviluppo.

In modo particolare, la tecnologia elettronica e digitale ha innescato una vera e propria rivoluzione nel mercato, introducendo una vasta serie di soluzioni. In occasione di un recente workshop riservato ai loss prevention manager delle principali insegne distributive food e non food, organizzato da Distribuzione Moderna in collaborazione con Technoretail e tenutosi a Milano, presso l’Accenture Customer Innovation Network con il supporto della stessa Accenture, di Axis Communications e di Nexo, sono stati identificati diversi e significativi aspetti di uno scenario in costante e marcata evoluzione.

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Per Pietro Tonussi, Business Development Manager Southern Europe di Axis Communications, occorre valutare efficacia ed efficienza dei sistemi finalizzati al controllo e alla riduzione delle perdite, verificandone effetti e idoneità per le diverse tipologie di negozi. “A fare la differenza”, secondo Tonussi, “non è il singolo prodotto, ma la solution”. Nell’attuale scenario, a causa della complessa disposizione della maggior parte dei punti vendita, non è sempre possibile controllare tutto e, non di rado, un sistema di videosorveglianza tradizionale, anche se tecnologicamente avanzato, può non essere sufficiente: in primis, occorre un sistema che garantisca di poter disporre di immagini di alta qualità, personalizzato sulla base del formato dello store e capace di dimostrare un ROI già nel breve periodo. Poi, Tonussi ha aggiunto: “Spesso, i malintenzionati indossano abiti larghi che consentono loro di occultare oggetti senza essere scoperti, ma grazie ai sensori di calore delle telecamere termiche, ora, è possibile identificare alimenti freschi o congelati contro il calore corporeo e, quindi, impedire il verificarsi del furto: con xPredator di Nexo, ora, è possibile ridurre le perdite fino al 50%”.

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Alessio Bua, CEO di Nexo, ha illustrato proprio la solution xPredator, progettata per il comparto retail in partnership con Axis Communications per controllare e arginare i furti dei prodotti freschi: “Basandosi sulle immagini termiche rilevate dal sistema analitico mediante il supporto di telecamere termiche a infrarossi collocate dietro l’area casse degli store, xPredator individua i prodotti nascosti dai malintenzionati senza alcuna necessità di contatto”. In particolare, Nexo ha scelto Axis Communications in qualità di partner tecnologico al quale viene affidata sia l’installazione che la commercializzazione della componente hardware. Marco Dugato, Amministratore di Crime&tech, ha puntualizzato che i furti nel retail, oggi, non sono soltanto imputabili alla criminalità tradizionale: “Il settore retail e il suo indotto sono a rischio infiltrazioni da parte della criminalità organizzata per diversi motivi, tra i quali: scudo per attività illegali (riciclaggio e traffici illeciti), diffuso uso di contante e controllo del territorio e del mercato”. Per Dugato, “occorre analizzare minacce e vulnerabilità per scegliere le contromisure più adatte”, in particolare, partendo da analisi personalizzate, migliorando la raccolta di dati e condividendo dati e informazioni a livello di sistema. Simone Bonavita, Docente presso l’Università degli Studi di Milano, esperto in sicurezza dati e privacy, ha richiamato l’attenzione sulla portata del GDPR, illustrando l’importanza di contemperare le esigenze di loss prevention a quanto disposto dalla normativa, in modo da valutare caso per caso sul versante delle contromisure da adottare per il controllo degli eventuali comportamenti criminali all’interno dei punti vendita.

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Giovanni ScuderiResponsabile Sicurezza dei punti vendita Unes, ha dichiarato: “Tutta la grande la grande distribuzione si sta rendendo conto che il problema dei furti ha un grosso impatto sul conto economico e si sta attrezzando per la prevenzione/repressione dei fatti delittuosi. Non esiste una regola di comportamento uguale per tutte le aziende del retail. Esistono alcune attrezzature (per esempio, le barriere antitaccheggio) che vengono utilizzate dalla maggior parte delle aziende, ma l’utilizzo delle stesse non è certamente uguale per tutti: alcune sono presidiate da un servizio esterno o da personale interno, mentre, in altre aziende, vengono utilizzate soltanto come deterrenza senza alcun presidio. Altre aziende, addirittura, non  le utilizzano affatto”. Per Scuderi, la non omogeneità di comportamento riguarda anche strumenti di prevenzione, quali gli impianti di videosorveglianza, ule scite di sicurezza dell’area vendita e le barriere all’ingresso dello store: “In questo scenario, emerge che i maggiori investimenti si stanno orientando sui sistemi di videosorveglianza, ma ogni azienda li utilizza secondo regole dettate dai propri responsabili della tutela  del patrimonio”. Partendo dalla sua esperienza in Unes, Scuderi distingue tra protezioni a punto vendita chiuso e protezioni a punto vendita aperto: “Nel primo caso, i furti notturni di merce sono ormai ridotti a poche decine di migliaia di euro. È essenziale  avere i collegamenti via ponte radio con istituti di vigilanza, ma, soprattutto, definire con loro i tempi di intervento. Ma è il 99,9% dei furti ad avvenire a punto vendita aperto. Le differenze inventariali sono la piaga della GDO. Ogni giorno, bisogna fare i conti con tutta una serie di individui che o per professione (bande organizzate) o per necessità prova a realizzare i propri obiettivi. Ci sono anche casi di  infedeltà interne che incidono, anche se in misura marginale, sulle differenze inventariali.

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Per Fabio Guarino, Loss Prevention Manager di Scarpe & Scarpe, “la sicurezza dei punti vendita delle catene retail, negli ultimi anni, è andata sempre più evolvendo: i sistemi di protezione, a difesa del patrimonio aziendale, sono diversi e quelli più comuni sono l’installazione di sistemi di antenne (EAS) antitaccheggio, sia con tecnologia magnetoacustica e sia in radiofrequenza, l’utilizzo di personale di accoglienza come deterrente e i sistemi di videosorveglianza. La deterrenza delle etichette antitaccheggio è ancora molto forte, almeno per gli avventori, ma diventa sempre meno efficace per i gruppi di taccheggiatori organizzati. Per i servizi di accoglienza, è difficile comprendere il reale potere di deterrenza. La videosorveglianza, a causa della difficile gestione legata ai problemi normativi, non sempre ritorna utile. Quando parliamo di sicurezza non dobbiamo pensare alla sola sicurezza delle merci, ma anche alla sicurezza delle persone: anche il personale dipendente fa parte a pieno titolo del patrimonio aziendale ed è proprio questo che, tutti i giorni, si trova ad affrontare le problematiche legate ai furti”. “A mio avviso”, ha aggiunto Guarino, “un’adeguata formazione del personale e una maggiore consapevolezza delle dinamiche che generano perdite per l’azienda aiuta tantissimo a ridurre le differenze inventariali e a limitare le perdite di ogni genere. Quindi, vanno bene i sistemi antitaccheggio, vanno bene i servizi di accoglienza e la videosorveglianza, ma se il tutto non è ben coordinato da un’adeguata formazione di tutti i soggetti coinvolti, i risultati positivi, in termini di riduzione delle perdite, tardano ad arrivare o non arrivano per niente”.

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Per quanto riguarda il caso di Scarpe & Scarpe: “Per un’azienda come la nostra, la prevenzione delle perdite è fondamentale, procedure dettagliate e comunicazione tra le varie funzioni aziendali sui rischi, anche solo potenziali, non possono mancare. Sicuramente, la priorità è la protezione della merce attraverso la determinazione di procedure che non siano troppo invasive e limitative delle vendite dei prodotti. Le procedure di security devono sempre cercare di garantire al cliente finale una buona esperienza di acquisto senza perdere di vista la sicurezza del patrimonio. I furti non si possono azzerare, ma una continua analisi, controlli adeguati e la ricerca di nuove tecnologie danno la possibilità di tenerli sotto il limite di sostenibilità per l’azienda. Se tutti a tutti i livelli aziendali hanno una visione di quello che i furti possono rappresentare per l’azienda, è più facile che collaborino alla riduzione di essi e all’individuazione di possibili falle nel sistema procedurale”.

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Per Marco Musacchio, Direttore Operations di Gruppo Sigma, a livello di scenario della sicurezza, il retail “non è proprio indietro, ma, in generale, si notano scenari evoluti e scenari classici basati sul rapporto tra insegne retail e sistemi di loss prevention”. Inoltre, Musacchio ha dichiarato: “La tecnologia si è evoluta, ma la nostra realtà, gestita da associati, è ancora un po’ indietro per quanto riguarda la prevenzione dei furti, anche se ci sono diversi casi indubbiamente positivi”. “Un aspetto fondamentale è legato alla visualizzazione all’area casse, a sistemi intelligenti e alle casseforti. C’è ancora molto da affrontare e occorre formare maggiormente il personale di vendita degli store: la sicurezza è una materia che va costruita giorno dopo giorno”. Per Musacchio, “occorre investire di più sulla formazione del personale, in particolare, lavorando su quelle che sono le possibilità di distrazione per gli addetti all’area casse, quindi, per chi lavora maneggiando il denaro contante”. Ed è, dunque, proprio in un comparto come quello della GDO, come sottolineato da Musacchio, che emerge la crescente necessità di realizzare dei sistemi integrati di sicurezza, progettati e implementati ricorrendo a un approccio sia culturale che necessariamente tecnologico: la loss prevention richiede una sinergia ponderata di interventi finalizzati.


Marco Mancinelli

       
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