Anno 2018
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Iceland: zero plastica nelle private label sia nel canale on line che in quello fisico
Iceland, insegna di surgelati con 900 supermercati nel Regno Unito e dotata della prima piattaforma on line del retail britannico, ha scelto di escludere le plastiche dall’intero ciclo di vita delle private label.
Entro il 2023, circa 1 milione di tonnellate di imballaggi all’anno verrà rimpiazzato con packaging in carta e cellulosa, materiale riciclabile al 100%, sia grazie alla raccolta domestica che a quella in store. La decisione, come annunciato dal gruppo di proprietà della famiglia Walker, riguarda sia il canale fisico che quello on line e si pone in sintonia con il modo di pensare dell’opinione pubblica. Uno studio realizzato su 5.500 consumatori britannici ha evidenziato che l’80% di essi desidera che il proprio supermercato di fiducia compia una svolta plastic-free. In questo caso, il 91% dei clienti sarebbe disposto a consigliare l’insegna a parenti e amici.
Inoltre, circa il 68% del campione reputa che tutti gli altri operatori dovrebbero adeguarsi alla scelta di Iceland, almeno sul versante delle private label. Iceland sta lavorando a stretto contatto con i produttori di MDD (marca del distributore) e si è impegnata a tenere aggiornati i clienti finali. Il retailer britannico di prodotti surgelati, 2,79 miliardi di sterline di fatturato, ha intrapreso il progetto plastic-free con la consulenza di Greenpeace.
Richard Walker, Direttore Generale dell’insegna, ha sottolineato: “Il mondo non vuole la plastica. Nel Wrap Report - Plastics Market Situation, Spring 2016, si legge che è come se, ogni minuto, un intero camion di imballaggi plastici fosse scaricato tranquillamente in mare, causando danni non ancora quantificati e contribuendo alla fine all'umanità, visto che dipendiamo tutti dall’acqua”. Inoltre, Walker ha aggiunto: “Il compito di agire spetta soprattutto al mondo distributivo, principale generatore di rifiuti da imballaggio. Spero che tutto il nostro settore voglia adeguarsi già quest’anno: è venuto il tempo della collaborazione e non ci sono più scuse quando le risorse tecnologiche sono ormai adatte ad affrontare l’emergenza”.