Anno 2017
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In Italia, continua a crescere il numero dei pagamenti elettronici
Dai dati del quindicesimo Osservatorio sulle Carte di Credito, realizzato da Assofin, CRIF e GfK e presentato ieri a Milano, emerge che il 2016 ha confermato la crescita progressiva del maggior utilizzo degli strumenti di pagamento cashless nel nostro Paese.
Di fatto, si evidenzia la continuità del trend che aveva caratterizzato anche gli anni scorsi. Nel dettaglio, il numero dei pagamenti effettuati ricorrendo a strumenti diversi dal contante, a livello nazionale, è cresciuto in misura pari al +8,7%. Ma, come sottolineato nel report dell’Osservatorio, tale dinamica non trova un corrispondente riflesso sul versante dei volumi complessivi, i quali risultano essere sostanzialmente stazionari, registrando una variazione pari al +0,7%. Al tempo stesso, emerge una diminuzione dell’importo medio transato a livello annuo, pari a 1.505 euro rispetto ai 1.625 euro del 2015, proseguendo, in questo modo, il trend di segno negativo iniziato nel 2011.
Se, da un lato, questi indicatori evidenziano una costante e seppure lenta crescita del comparto, dall’altro lato, permane un certo ritardo rispetto al contesto internazionale in termini di diffusione degli strumenti di pagamento elettronici, dal momento che, rispetto ai Paesi europei, il rapporto tra il valore delle transazioni effettuate tramite carte di pagamento e il Pil vede l’Italia ancora occupare le ultime posizioni e attestarsi al di sotto della media europea (13,6%): difatti, tale rapporto, per il nostro Paese, risulta pari al 9,6%, nonostante sia in crescita rispetto alle precedenti rilevazioni.
Tutto ciò non può che far presuppore ampi margini di sviluppo già nell’immediato futuro, con la direttiva PSD2 destinata ad avere un impatto rilevante nell’ambito dei pagamenti elettronici: nel dettaglio, tale direttiva trae origine dalla duplice esigenza di garantire, da una parte, una maggiore tutela per gli utilizzatori dei servizi di pagamento e, dall’altra, di dare certezza del quadro normativo da applicare ai nuovi market players (denominati “Terze Parti”), regolamentandoli nella categoria degli istituti di pagamento.
Si profila uno scenario di cambiamenti nel comparto che coinvolgerà il mondo retail e non solo.