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E-commerce ed emergenza Coronavirus: ecco il trend
Accelera la crescita degli acquisti on line: l’e-commerce di prodotti raggiungerà 22,7 miliardi nel 2020 (+26%), 4,7 miliardi di euro in più rispetto al 2019. È l’incremento in valore assoluto più alto di sempre.
Lo sottolinea l’ultima edizione dell'Osservatorio e-commerce B2C promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm. I dati, figli della pandemia, assumono tanto più rilievo alla luce delle delibere governative: slittamento a fine anno dello stato di emergenza, conferma dell’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi, mantenimento della sanificazione dei locali, uso di termoscanner presso uffici e centri commerciali, incoraggiamento a privilegiare il telelavoro e tanto altro. In tempi di lockdown, il digitale ha rappresentato il principale motore di generazione dei consumi, che cresceranno sopra la media specie per l’alimentare e grocery, l’arredamento e la casa (2,3 miliardi, +30%), più una serie di nicchie: in particolare, farmaceutico, igiene e bellezza, sport e benessere.
Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, commenta:“Durante l’emergenza, sono tante le domande che ci siamo posti sugli effetti e sulle mutazioni che stanno interessando il mondo del commercio. Fra le poche certezze, ci sono la vicinanza che i canali telematico e fisico stanno dimostrando e il ruolo indispensabile che l’online sta svolgendo per la ripresa della distribuzione commerciale e della domanda, certificati dai continui investimenti in atto per potenziare il canale digitale e per favorire modalità di vendita basate sull’integrazione, come clicca e ritira, drive, allestimento degli ordini in negozio. L’e-commerce, dopo essere stato, per anni, secondario, ha acquisito un ruolo determinante nella riprogettazione delle strategie di vendita e di interazione con i consumatori”.
L’eccezionale risultato (+26%) è frutto di dinamiche che variano a seconda dei comparti. I settori più maturi crescono con un tasso elevato, ma sotto la media: nel 2020 l’informatica ed elettronica di consumo valgono 6 miliardi (+18%), l’abbigliamento 3,9 (+21%) e l’editoria 1,2 (+16%). I nuovi mercati incassano, invece, ritmi di crescita esponenziali, a partire dal food and grocery, con 2,5 miliardi e un segnale del +56%. Nel 2020, l’incidenza dell’e-commerce B2C sul totale delle vendite al dettaglio passa dal 6% all’8%, mentre, dal lato della domanda, sai l’espansione dei clienti on line (+2 milioni nel 2020) che la maggiore dimestichezza e fiducia nel canale e nei pagamenti digitali stanno generando un effetto molto positivo in termini di sviluppo.
Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio, dichiara: “Lo sforzo dei diversi attori non sarà vanificato: a crisi finita rimarranno gli investimenti in tecnologia, l’ottimizzazione dei processi per gestire al meglio non solo la domanda ‘straordinaria’, ma anche un futuro in cui il digitale sarà indispensabile. Rispetto al passato è maturata una definitiva consapevolezza sulla necessità di sviluppare un commercio elettronico del tutto integrato con l’esperienza fisica. Un cambiamento epocale che richiederà, soprattutto per i modelli più tradizionali di retail, profonde revisioni organizzative, nuovi investimenti, una diversa capacità di ascolto e molta creatività”.
Per Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, la direzione del nuovo e-commerce sarà sempre più glocal, offrendo inedite strade per rafforzare il ruolo storico delle comunità locali e della collettività dei centri abitati. “Dall’inizio della crisi sanitaria”, spiega Liscia, “ha preso piede, nel nostro Paese, il proximity commerce, che permette l'integrazione tra i pure player e i piccoli negozianti, i quali, grazie alla logistica e alle piattaforme di consegna a domicilio, possono raggiungere i residenti nelle zone limitrofe. Attraverso il digitale, i negozi di prossimità possono fare sistema, fino a organizzarsi in un micro-marketplace, raccogliendo, in un unico luogo, la propria offerta e non sotanto per soddisfare la richiesta del relativo bacino di utenza, ma anche per ampliare i propri confini”.