Anno 2020
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Dopo l’emergenza Coronavirus, ancora più innovazione per ripartire
Gli effetti nefasti dell’emergenza legata al Coronavirus si fanno sentire su molti versanti della vita quotidiana: oltre al triste conteggio delle vittime e dei contagiati, è di stretta attualità anche la conseguente emergenza economica.
Infatti, il contraccolpo che si è verificato all’interno del tessuto aziendale e, quindi, del mondo del lavoro è di estrema rilevanza e non può che destare una profonda preoccupazione a tutti i livelli. In ambito economico, tra i pochi, ma significativi, aspetti positivi, emerge comunque la capacità di reazione messa gradualmente in campo dagli operatori economici: in particolare, ciò riguarda l’adozione e l’implementazione di solutions legate allo Smart Working o, in altri termini, al lavoro da remoto.
I dati sono particolarmente significativi: un recente report di InfoJobs, piattaforma italiana per la ricerca di lavoro on line, evidenzia che il 72% delle aziende ha attivato lo Smart Working (impattando 1 lavoratore su 7) e ciò ha rappresentato la prima volta per il 56% delle aziende e per il 79% dei lavoratori. Inoltre, per quanto attiene al futuro dello Smart Working, il 71% dei lavoratori interpellati ha dichiarato che vorrebbe mantenerlo solo in parte, mentre le aziende non si sbilanciano in merito e aspettano apposite regolamentazioni sul versante normativo.
Parliamoci chiaro: se, come Sistema Italia, riusciremo a uscire con il minor danno possibile da questa grave emergenza economica, ciò sarà anche grazie sia alle possibilità offerte delle nuove tecnologie digitali e sia alla nuova apertura mentale e culturale dimostrata dal mondo aziendale italiano. Non soltanto le grandi aziende, ma anche tante PMI si sono rese protagoniste di iniziative e di esperienze gradualmente messe in atto per trasferire nelle case private di tantissimi lavoratori operanti a vari livelli, da quelli impiegatizi fino a quelli dirigenziali, parti importanti delle attività di tutti i giorni.
Inoltre, alla possibilità di lavorare da remoto operando su documenti digitali, si è aggiunta quella di operare in videoconferenza per confrontarsi quotidianamente con colleghi, fornitori e clienti. È ovvio: c’è ancora molto da fare e anche se, è doveroso ripeterlo, la prima delle emergenze resta quella sanitaria, di fatto, emerge anche l’ineluttabilità relativa all’adozione efficace di nuove tecnologie digitali, cioè di tutti quegli strumenti avanzati che diventano indispensabili non soltanto per innalzare il livello di performance, ma anche e soprattutto per affrontare gravi scenari economici come quello che, purtroppo, siamo vivendo come Paese.
Ecco che la Digital Transformation dei processi lavorativi non può che essere considerata come un’importante occasione: occorre riflettere di più su questo aspetto anche per ripartire al meglio e a pieno ritmo appena ciò sarà possibile. Ed è per ripartire nel migliore dei modi possibili e, soprattutto, per operare al meglio che bisognerà mettere in campo ulteriori energie e ancora più consapevolezza rivolte agli strumenti digitali.
Quella in atto è una pandemia che, oltre alle persone, colpisce anche il fulcro della vita economica del nostro Paese: di conseguenza, il ricorso a tutto ciò che modernizza e che avvia verso un futuro fatto di innovazione permanente va considerato come una priorità orientata non soltanto allo sviluppo, ma, oggi più che in passato, anche alla ripresa delle nostra economia. Occorrerà ricordarcelo una volta che, si spera prima possibile, questo periodo tremendo sarà alle nostre spalle. Guai a dimenticare e a relativizzare.
Marco Mancinelli