L'utilizzo di Smart Data e Big Data per Luciano Guglielmi di Mondadori

Dagli Smart Data ai Big Data, le aziende del settore retail sono chiamate a ridefinire le rispettive strategie basate sull’analisi di quantità inedite di dati. Ne abbiamo parlato con Luciano Guglielmi, Chief Information Officer di Mondadori, in occasione dell’Information Technology Forum organizzato da IKN.

A livello di strategia aziendale, come sfruttare al meglio le opportunità offerte dai Big Data?

È difficile avere un solo approccio ottimale. Oggi, i Big Data sono una indubbia realtà. Esistevano anche prima, ma non si riusciva a sfruttarne in modo appieno le loro potenzialità. I Big Data sono sinonimi di enormi quantità di dati. Per prima cosa, occorre raccoglierli e, poi, occorre trovare l'algoritmo giusto per poterli sfruttare perché disporre di tanti dati non è detto che sia propedeutico a fare buone attività commerciali e di marketing.

Quindi, cosa occorre?

Bisogna avere le idee chiare in merito ai propri obiettivi e al cosa si vuole andare a utilizzare di questi dati. È fondamentale pensare a quali dati si possono utilizzare: basta pensare ai problemi relativi alla privacy, per non parlare di problemi riferiti ai dati che sono destrutturati se tolti dal loro contesto.

Può fare qualche esempio?

Dati anche molto eterogenei che possono arrivare dai canali on line, dai negozi o, nel caso di Mondadori, anche da abbonamenti cartacei: si tratta di dati che vanno necessariamente ricondotti a un fattore comune che possa permettere di usarli in modo corretto e in base agli scopi che ci si prefigge.

Smart Data e Big Data: qual è la novità effettiva per l’azienda del retail? E in cosa consiste la loro principale differenza sul versante dell’approccio aziendale?

La novità di oggi è che i Big Data possono essere ricondotti a Smart Data: cioè a qualcosa che è effettivamente vicino alle specifiche esigenze dell'azienda. Gli Smart Data sono il nuovo modo di intendere la focalizzazione dei Big Data per il proprio risultato: non è una differenza di quantità, ma di facilità di utilizzo del dato. La differenza riguarda l'utilizzo che se ne fa, riguarda la specificità del contenuto del singolo dato.