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Shopping Experience

Il punto vendita del futuro: ecco i principali trend

Ovunque e in qualsiasi momento. Uno shopping senza soluzione di continuità, fluido tra online e offline, altamente personalizzato e in grado di anticipare le esigenze del consumatore sempre più ibrido e interconnesso.


La sfida per il commercio al dettaglio è tanto semplice quanto complessa: capire in che modo riuscire a fidelizzare il consumatore creando una relazione emozionale e personale partendo dalle innovazioni tecnologiche come big data, intelligenza artificiale e automazione dei processi per riprendersi il ruolo da protagonista sul mercato.

Una prima sfida per i retailer sarà quella d’ideare un modello di business adeguato alla trasformazione digitale in atto cercando nuovi modi di mettersi in contatto con gli utenti che hanno cambiato le loro abitudini.

Una customer experience attenta alle necessità del consumatore può quindi rivelarsi la chiave per fidelizzare il cliente. Si pensi ad esempio alla gestione dei resi che resta un’opzione molto apprezzata da parte dei clienti ma che comporta notevoli spese di gestione per il rivenditore: all’interno della supply chain si sta facendo strada il concetto di logistica circolare, un modello che si propone di ottimizzare le fasi di restituzione dell’oggetto valorizzando il recupero del prodotto e rimettendolo in circolo dandogli nuova vita. L’obiettivo è promuovere una maggiore produttività delle risorse riducendo gli sprechi ed evitando l'inquinamento della creazione di nuovi materiali.

In particolare, secondo un’indagine compiuta da Espresso Comunication per Mia-Platform sulle principali testate internazionali, i principali trend che rivoluzioneranno il punto vendita del futuro, sono ben identificabili.

Innanzitutto, nell'architettura tradizionale delle retail company i dati sono frammentati in vari sistemi e in diverse infrastrutture locali. L’innovazione della “retail datafication” permette di sfruttare al massimo questo enorme potenziale aggregando tutti i dati: i rivenditori si stanno dotando di piattaforme basate su cloud che consentono l'automazione completa e il loro riutilizzo per analisi, trend e studi.

Tramite la propria app, inoltre, i retailer possono offrire la possibilità ai clienti d’indossare vestiti e accessori direttamente da casa. Sarà possibile utilizzare le proprie foto per visualizzare meglio l’aspetto dei capi d’abbigliamento, scarpe, occhiali e orologi.

Anche la costruzione di catene d’approvvigionamento più sostenibili è diventata prioritaria e occorre costruire un circuito logistico circolare che vada a coprire tutto il ciclo vita del prodotto. Dalla raccolta rifiuti alla gestione degli imballaggi, fino alla riduzione del trasporto di un bene: sarà fondamentale tracciare i flussi di merci per una migliore gestione e trasparenza dell’intera filiera.

Lo shopping accentuerà poi la sua forma d’intrattenimento verso i consumatori: sarà quindi possibile unire la vendita online e offline trasformando per una giornata i negozi in veri e propri studi per i micro-influencer che offrono visibilità ai prodotti. Una tendenza che potrebbe anticipare quella dello shopping live sui social media portando alla ribalta il ruolo dei “creator commerce”.

Le nuove soluzioni in cloud permettono l’integrazione dei flussi di pagamento direttamente con il gestionale ERP dell’azienda e il negozio e-commerce. Questo permette un maggior controllo sulle transazioni, una migliore raccolta dati sulle abitudini del consumatore e la possibilità d’accettare forme di pagamento e circuiti differenti come bonifici istantanei e carte virtuali.

Grande importanza rivestono anche i temporary boutique, pop up store e negozi monomarca. I brand porteranno sempre più in alto la personalizzazione e verticalizzazione dei propri negozi anche con aperture che possono durare pochi giorni, come in occasione della scorsa Milano Fashion Week, oppure per aperture estive nei luoghi di villeggiatura.

Gartner prevede che entro il 2023 il 40% dei comportamenti individuali saranno tracciati attraverso sistemi di “Internet of Behavior”. Per questo in futuro il Customer Engagement Hub, il framework che collega tutti i reparti della filiera del retail per coinvolgere il cliente, verrà implementato con tecnologie cloud e data driven per fornire analisi predittive e trend di vendita.

La tecnologia NFR può essere utilizzata nel retail per fornire ai clienti informazioni sugli oggetti prima dell’acquisto mentre in fase di post vendite sarà il rivenditore a capire in che modo l’utente interagisce con l’oggetto. Si stanno facendo strada tecnologie centralizzate in grado di gestire gli SmartTag direttamente dal negozio o dalla sede per garantire l’integrità delle informazioni.

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“Il ruolo del customer engagement assumerà una valenza sempre maggiore, trasformandosi in customer intimacy e passerà attraverso punti di contatto digitali che s’integrano con continuità tra punto vendita fisico e digitale. In questo nuovo scenario l’utilizzo di piattaforme per l’integrazione, aggregazione e l'analisi di ogni dato sarà essenziale per i retailer che vogliono evolvere il rapporto e il dialogo con il consumatore creando un’esperienza di acquisto unica e personale”, spiega Francesco Soncini Sessa, Head of Strategic Alliances e co-Founder di Mia-Platform.

“L’esperienza di acquisto ottimale per il cliente inizia da casa navigando sul sito internet e termina all’interno del negozio fisico – spiega ancora Francesco Soncini Sessa – Le nuove tecnologie supportano l’integrazione di canali off e online grazie a servizi digitali che facilitano il customer journey del cliente. Non stiamo parlando solo di offerte profilate ma di nuove soluzioni per la filiera che possono garantire la gestione in tempo reale degli ordini tra i diversi canali, logistica automatizzata e pagamenti integrati nei software gestionali

“Per le aziende retail è fondamentale semplificare e velocizzare la gestione dei dati, massimizzando l’integrazione e l’esposizione veloce e sicura verso sistemi interni ed esterni all’azienda. L’obiettivo è aumentare la qualità, velocità e la disponibilità del dato in modo tale da ottimizzare in ottica incrementale la supply chain visibility e ottenere una visione complessiva su tutti i flussi e processi di Supply Chain, anche grazie all’integrazione con tool e soluzioni aziendali e di partner terzi già in uso”, illustra infine Francesco Soncini Sessa.

       
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