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Technoretail - Asia e USA guidano l’avanzata della blockchain
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Anno 2019

Asia e USA guidano l’avanzata della blockchain

La blockchain sarà uno degli argomenti centrali di Tuttofood 2019, a Milano e, in particolare, l’area Tuttodigital ospita “Blockchain Plaza”, un format presso il quale condividere esperienze, idee e proposte attinenti alle tematiche della “catena dei blocchi” nell’agroalimentare italiano. Il tema della blockchain è di stretta e crescente attualità, ma, all’interno dell’attuale contesto, quanto è sviluppata la nuova tecnologia a livello internazionale?

Stando ai recenti risultati della ricerca realizzata dall’Osservatorio Blockchain and Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2018, la blockchain ha continuato a suscitare grande interesse da parte delle mondo aziendale, nonostante il calo delle cripto valute. Nel mondo, sono stati 579 i progetti attuati da aziende e governi nel corso del triennio 2016-2018, di cui 328 durante gli ultimi 12 mesi (+76% rispetto al 2017). La grande attenzione mediatica attorno alla tecnologia della “catena dei blocchi” ha spinto la crescita degli annunci (il 59% del totale dei casi nel 2018, +94%), ma sono in aumento anche i prototipi (27%) e i progetti già operativi (14%) che, insieme, hanno registrato un incremento del +56%, segno evidente di un percorso avviato verso una certa maturità.

Le aziende più attive, nell’ultimo triennio, sono stati gli attori finanziari (48%), le Pubbliche Amministrazioni (10%) e gli operatori logistici (8%), mentre i principali processi di applicazione sono stati la gestione dei pagamenti (24%), la gestione documentale (24%) e la tracciabilità di filiera (22%). L’area con la più elevata densità di casi di applicazione è stata l’Asia, con il 32% dei progetti, seguita dall’ Europa (27%), dall’America (22%) e, con stessa percentuale, dall’Oceania e dall’Africa (5%), mentre il restante 14% ha riguardato pianificazioni multi-continentali. Sono gli USA a guidare la classifica dei singoli Paesi (17%), seguiti da Giappone (oltre il 7%), Cina (7%), Regno Unito (4%) e, infine, Corea del Sud (4%).

Le aziende che hanno attivato sperimentazioni di blockchain preferiscono affidarsi a piattaforme private (90% dei 448 casi in cui viene dichiarata la tipologia di soluzione utilizzata) piuttosto che a piattaforme pubbliche (10%). Tra i 318 casi in cui viene indicata la piattaforma impiegata, le più diffuse sono Hyperledger (75 progetti, 24%) e nuove piattaforme blockchain sviluppate appositamente (altri 75 casi, 24%), seguite da Ethereum (49 casi, 15%), Corda (35 casi, 11%), Ripple (22 casi, 7%) e Bitcoin (7 casi, 2%). I restanti 55 si affidano a soluzioni minori (17%).

Nel 2018, le aziende italiane hanno speso in tecnologie blockchain e distributed ledger circa 15 milioni di euro, con 150 casi suddivisi tra corsi di formazione e consulenza strategica per comprendere modalità e ambiti applicativi di tale tecnologia (50 avviati da imprese che devono ancora orientarsi sul tema), consulenze per conoscere le diverse piattaforme e sviluppare progetti pilota (80 casi, attivati da realtà che hanno già una conoscenza di base della blockchain), progetti operativi (10 casi) e ICO (Initial Coin Offering, 10 casi attivati da start-up).

Al momento, le aziende che hanno investito in progetti di blockchain e di distributed ledger sono state soltanto quelle di grandi dimensioni e le start-up, generalmente, alla ricerca di un supporto operativo nella realizzazione di ICO.

       
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