Technoretail - Retail e gestione del rischio: la sfida tra volatilità e sostenibilità
Rischio, sostenibilità e governance devono essere elementi interconnessi lungo l’intera filiera
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Retail e gestione del rischio: la sfida tra volatilità e sostenibilità

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- Iungo gestione del rischio - Iungo supply chain - Iungo Esg

In un contesto in cui le supply chain del retail diventano sempre più complesse, globali e interconnesse, la gestione del rischio è ormai una leva strategica imprescindibile. Ritardi, interruzioni produttive, volatilità dei costi e variabili geopolitiche impattano quotidianamente sulla capacità delle aziende di garantire continuità operativa e qualità del servizio. Ne abbiamo parlato con Micaela Valent, chief operating officer Area Solutions di Iungo, società specializzata in soluzioni per migliorare la supply chain e le performance aziendali.

 

Quali elementi ritiene abbiano messo maggiormente sotto stress le supply chain del retail negli ultimi anni?

Negli ultimi anni, le supply chain del settore del retail si sono trovate a fronteggiare una successione di eventi destabilizzanti tra crisi sanitarie, tensioni geopolitiche, impennate dei costi energetici e difficoltà logistiche. Questo insieme di accadimenti imprevisti ha evidenziato quanto la capacità di reagire rapidamente e in modo efficace sia cruciale per garantire continuità operativa e soddisfazione del cliente. Ma non basta più reagire, oggi è necessario anticipare, pianificare e adattarsi.

 

Le aziende sono consapevoli dei rischi, ma quanto sono realmente preparate a gestirli?

Secondo l’Osservatorio Supply Chain Planning del Politecnico di Milano, l’82% delle aziende italiane monitora i principali fattori di rischio, ma solo circa il 10% ha sviluppato piani di contingenza strutturati e scenari alternativi. Questo divario mette in luce un paradosso: elevata consapevolezza dei rischi, ma limitata capacità strategica di risposta e integrazione inadeguata di pratiche avanzate, inclusi i criteri Esg.

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Perché oggi il tema Esg è diventato parte integrante della gestione del rischio?

Oggi la gestione del rischio nel retail non riguarda più solo ritardi, costi o interruzioni, ma include rischi legati ai criteri Esg, che diventano elementi centrali della resilienza della filiera. Nell’ambito della sostenibilità ambientale, ad esempio, una filiera che non considera consumi energetici, emissioni o gestione dei rifiuti può trovarsi esposta a normative più stringenti, interruzioni operative o danni reputazionali. Sul tema sociale, invece, condizioni di lavoro, sicurezza, diritti dei lavoratori e inclusione non sono solo aspetti etici, ma influenzano direttamente la continuità della filiera e la reputazione del brand. Nella sfera della governance, infine, trasparenza nei rapporti con fornitori, etica degli acquisti e buone pratiche di gestione della filiera riducono il rischio di frodi, corruzione e non conformità. Quando i rischi tradizionali si combinano con quelli Esg, un fornitore con scarsa sostenibilità o bassa trasparenza diventa una vulnerabilità strategica, capace di compromettere continuità operativa, resilienza e reputazione.

 

Quali segnali emergono sulla maturità delle aziende italiane?

Nonostante la crescente consapevolezza, poche aziende hanno aggiornato i propri modelli di gestione. Tra le grandi imprese solo un quarto ha rivisto in modo significativo le strategie di rischio, mentre tra le Pmi si scende al 5%. Dal lato digitale, circa il 60% delle aziende ha avviato iniziative operative negli ultimi dodici mesi, ma l’adozione dell’intelligenza artificiale è ancora limitata: meno del 40% nelle grandi imprese e poco più del 10% nelle Pmi. Anche i sistemi di monitoraggio mostrano margini di miglioramento: l’80% misura le performance della supply chain, ma solo l’11% dispone di sistemi completi e sistematici. A ciò si aggiunge il dato della Digital Trends in Operations Survey 2025 di PwC: il 92% dei leader aziendali ritiene che gli investimenti tecnologici non abbiano prodotto i risultati attesi in termini di resilienza e agilità. Il problema non è la tecnologia, ma strategia, cultura e competenze.

 

Come stanno rispondendo le aziende a questo scenario complesso?

Le aziende stanno adottando approcci più proattivi, puntando sulla visibilità completa della filiera, che va oltre i fornitori diretti fino ai subfornitori, includendo il monitoraggio dei profili Esg. Cresce l’attenzione alla pianificazione per scenari multipli, che permette di anticipare shock o cambiamenti normativi invece di reagire solo quando avvengono. Infine, la sostenibilità entra pienamente nella gestione del rischio: i criteri Esg non sono più solo compliance o comunicazione, ma leve di mitigazione, perché fornitori sostenibili risultano più affidabili e resilienti.

 

Quali strategie dovrebbe adottare il retail per rendere le sue filiere davvero resilienti?

In un contesto di mercato sempre più volatile, il settore retail non può più limitarsi a una gestione reattiva della supply chain. Serve un modello strategico integrato in cui rischio, sostenibilità e governance siano elementi interconnessi lungo l’intera filiera. Le aziende che passeranno dalla semplice rilevazione dei rischi alla capacità di anticiparli trasformeranno la resilienza in un vantaggio competitivo. Filiere più trasparenti, responsabili e flessibili non sono solo più sicure, ma diventano il principale differenziale di valore in un mercato caratterizzato da cambiamenti rapidi e pressioni continue.