Velvet Media e Anothereality si uniscono per aprire le porte del Metaverso alle pmi e alle aziende che vogliono iniziare a comparirvi all’interno.
Anche se il mondo del marketing nel Metaverso è ancora agli inizi, esso rappresenta un vero e proprio oceano di opportunità sul quale ha deciso di investire Velvet Media, unitamente a NFT e blockchain. Appunto per questo ha unito le proprie forze alla società che per prima in Italia ha iniziato a sviluppare tecnologie in real time 3D e mondi virtuali.
Grazie alla partnership le 150 persone che lavorano con Velvet Media, divise in team verticali con specializzazioni in tutti gli ambiti del marketing, si uniranno agli specialisti di Anothereality per mettere a punto offerte e servizi qualificati a costi accessibili.
Quello che accade nel Metaverso sta cambiando difatti i paradigmi del marketing, dal brand che decide di realizzare una capsule collection unica e tracciabile, a quello che la fa conoscere in alcuni metaversi già esistenti, come quelli di Minecraft e Fortnite. I brand si stanno infatti muovendo dal product placement ai mondi virtuali privati e tutti i segnali indicano i giochi come il futuro della pubblicità.
L’accordo è salutato dal ceo di Velvet Media, Bassel Bakdounes, con queste parole: “Le criptovalute e la realtà virtuale sono molto più reali di quanto alcune persone credano”, dice. “Il nostro scopo, come sempre, è avvicinare e supportare le aziende in questo nuovo tipo di business. Vogliamo mettere a disposizione di tutti la nostra competenza e ricerca per portare l’Italia ad essere pioniere di queste nuove esperienze e non rimanere indietro rispetto agli altri Paesi. Abbiamo un’occasione, questo è il momento di sfruttarla e dare, per così dire, concretezza alla realtà virtuale”.
La partnership è stata siglata grazie alla collaborazione di Nicandro Francesco Cendamo, marketing consultant & business development della sede milanese di Velvet Media, ed è foriera di enormi possibilità. Lo ricorda il general manager di Velvet Media, Stefano Negroni. “Parlare di scenari di questo tipo genera una sensazione simile a quando si discuteva di social network dieci anni fa”, conclude. “C’era chi li snobbava e ha dovuto correre ai ripari, e chi ne ha intuito la potenza e ha creato la sua fortuna”.