Sono già diversi i brand, soprattutto del settore fashion, che hanno scelto di affidare la loro immagine a influencer virtuali, “avatar” e figure digitali create artificialmente con enormi potenziali nel panorama dell’influencer marketing.
Durante l’ultima edizione della Milano Fashion Week, ad esempio, Dolce&Gabbana si sono ispirati al Metaverso portando il virtuale nel reale, riuscendo a tradurre in abiti lo stile fantasy di avatar e mondi paralleli. Altri brand scelgono addirittura veri e propri influencer virtuali come testimonial, come Rihanna, che per promuovere il suo brand Fenty Beauty ha scelto Shudu, e Prada e Chanel che hanno collaborato con Lil Miquela.
I profili social di creator e influencer creati artificialmente registrano un engagement mediamente più alto rispetto a quelli reali: secondo i dati di Inflead, ad esempio, il numero di like, commenti e interazioni su Instagram di virtual influencer come Nefele Shudu e Lil Miquela è spesso paragonabile o addirittura superiore a quelli di influencer reali con interessi simili a parità di follower.
Gli influencer virtuali, inoltre, richiedono sì un budget importante per la loro creazione, ma non per lanciare e realizzare campagne marketing. I costi di produzione da sostenere, ossia quelli per la realizzazione 3D ed eventualmente quelli di contratto con chi detiene i diritti del virtual influencer, potrebbero difatti essere inferiori rispetto a quelli previsti per gli influencer reali.
Gli influencer “avatarizzati”, infine, sono dotati di una versatilità ancora più estesa rispetto alle loro controparti in carne ed ossa, poiché si tratta di personaggi in grado di superare i confini della realtà concreta. Trattandosi di influencer creati ad hoc, difati, questi profili possono facilmente adattarsi ed evolvere insieme alla brand identity e ai valori dell’azienda.
E non è tutto. I brand si stanno anche accorgendo che l'universo del cyberspazio rappresenta un’ottima occasione per ampliare le proprie opportunità, ad esempio creando community virtuali integrate a quelle fisiche e proponendo esperienze immersive, conferendo al brand stesso un’aura contemporanea, tecnologica, al passo coi tempi.
“Questa nuova realtà è un’occasione imperdibile per avvicinarsi alle nuove e future generazioni, che già da tempo adottano un linguaggio e un’estetica che i brand tradizionali fanno fatica a seguire”, spiega Fabio Betti, CEO & Managing Director di 2MuchTV, agenzia creativa specializzata nell’ideazione e realizzazione di campagne di comunicazione digitali integrate. "Considerando quanto vale oggi il mercato dell’influencer marketing, che muove globalmente circa 14 miliardi di euro all'anno, grazie ai nuovi creator virtuali per le aziende si apriranno diverse opportunità ancora tutte da esplorare”.