Si chiama The Shhhop, ed è una piattaforma e-commerce del tutto innovativa, nata allo scopo di vendere online i prodotti disponibili nei negozi fisici, al fine di sostenere i commercianti e rafforzare il rapporto tra brand e rivenditori.
Il progetto, attivo da marzo 2021 e nato durante la pandemia, quando i continui lockdown hanno messo in difficoltà il commercio tradizionale e si è assistato a un forte incremento delle vendite sul web, dà infatti la possibilità a brand e piccoli marchi indipendenti di accedere alle opportunità della vendita online senza i costi di un e-commerce tradizionale e di un magazzino prodotti dedicato. In questo modo, i rivenditori, anche multibrand, dei marchi presenti nella piattaforma (facilitati anche da un’apposita applicazione per la gestione degli ordini e la messa online dei prodotti) hanno così la possibilità di diventare dei veri e propri hub di spedizione.
Il cliente, geolocalizzato, può quindi acquistare il prodotto che desidera dal negozio più vicino in cui è disponibile e può scegliere tra la spedizione a casa o il ritiro di persona, secondo un sistema - ispirato al tradizionale dropshipping - che da un lato fa risparmiare ai brand le risorse di magazzino, di produzione e distribuzione, e fornisce ai negozianti l’opportunità di allargare al web le possibilità di vendita, e dall’altro, dà ai clienti la possibilità di aprire una relazione diretta e più efficace con i rivenditori, che gestiscono direttamente il customer care.
“Abbiamo pensato a un sistema che sostenesse le attività in un periodo di chiusura forzata e che permettesse di affrontare la globalizzazione con uno spirito diverso” - commenta Davide Cesarotti, uno dei fondatori della start-up - “La piattaforma sfrutta le potenzialità dell’online e le mette al servizio dell’offline per creare una sinergia tra brand e rivenditori e aumentare il sell-out, senza sovrapporre i canali di vendita e con giusti guadagni per tutti. Il nostro è un nuovo modello di e-commerce responsabile che elimina la concorrenza tra lo shopping online e offline e salvaguarda il patrimonio dei negozi che animano le vie delle nostre città.”
“Vendere online le merci già prodotte e distribuite evita la sovrapproduzione e gli sprechi ancora troppo diffusi nel sistema del fast-fashion e dello shopping online tradizionale. Basti pensare che una buona parte della produzione di abbigliamento viene incenerita o smaltita dopo solo un anno di vita” continua Mirko Cardinaletti, che aggiunge “la presenza capillare sul territorio di hub di spedizione riduce i chilometri percorsi per le consegne e di conseguenza le emissioni di co2 fino al 60%. Anche il pianeta ne trae beneficio”.