Secondo uno studio condotto da Shopware, piattaforma open-source per l’e-commerce, in collaborazione con Casaleggio Associati, il commercio elettronico B2B continua a crescere ma allo stesso tempo emergono criticità che richiedono soluzioni più trasparenti e su misura da parte dei provider di servizi digitali.
In un mercato sempre più orientato all’efficienza, molte imprese B2B stanno accelerando l’adozione di soluzioni digitali. Ma la transizione non è priva di ostacoli. La ricerca evidenzia che a complicare il percorso di digitalizzazione B2B è soprattutto la scarsa trasparenza nei processi di selezione: l’82% dei merchant afferma che il risultato finale nella creazione del proprio e-commerce B2B non rispecchia le promesse iniziali dei provider. Le aziende si muovono così in un “labirinto” di dichiarazioni fuorvianti sulle funzionalità offerte (63%), promesse di tempi di consegna irrealistici (59%) e mancanza di referenze trasparenti e verificabili (51%).
Questo scenario ha un impatto diretto sui costi e sulla governance tecnologica. Quasi il 40% delle aziende intervistate ha dovuto affrontare costi imprevisti legati a integrazioni complesse o a un supporto post-implementazione inadeguato. In questo scenario, emerge un paradosso strategico: sebbene il 35% delle aziende consideri la personalizzazione un fattore decisivo nella scelta della piattaforma, il mercato propone per lo più soluzioni standardizzate che richiedono un adattamento oneroso delle strutture aziendali. In un contesto in cui i buyer B2B – sempre più digitali – cercano esperienze autonome, omnicanale e fluide, la mancanza di libertà operativa diventa un limite strategico.
“Serve un cambio di passo – sottolinea Silvia Ravanelli, account executive di Shopware in Italia – le imprese non cercano più semplici fornitori, ma partner capaci di accompagnarle in percorsi digitali complessi, con soluzioni trasparenti, sostenibili e su misura. Il futuro del B2B è digitale, ma per crescere in modo sostenibile servono scelte consapevoli e strumenti flessibili. L’e-commerce tra imprese non può più basarsi solo su logiche B2C adattate: servono architetture realmente personalizzabili, aperte e scalabili”.