D’Amico, azienda leader nel settore delle conserve alimentari, lancia il progetto Digital Product Passport con il quale sceglie la tecnologia della blockchain per la tracciabilità dei suoi prodotti, ribadendo i valori della trasparenza e dell’affidabilità che da sempre contraddistinguono il Gruppo.
Grazie alla blockchain, che permette di tracciare l’intera filiera alimentare dalla materia prima al prodotto a scaffale, le informazioni sono ancora più chiare, non modificabili e totalmente digitalizzate. A beneficiarne è senza dubbio il cliente finale, che può interagire e scoprire cosa c’è dietro ogni prodotto.
Il progetto pilota, realizzato in collaborazione con Genuine Way, ha come focus tutte le filiere dei fagioli: ogni lotto di prodotti offre informazioni di produzione e supply chain e i dati vengono prima notarizzati su una blockchain pubblica e poi caricati nel Passaporto Digitale.
Basterà scannerizzare il QR code riportato sull’etichetta di ogni referenza e digitare il numero di lotto per poter verificare in qualsiasi momento dove, quando e con quali materie prime è stato realizzato il prodotto, a completa garanzia di trasparenza, interconnessione, validità legale e sicurezza.
“Siamo veramente orgogliosi di poter presentare il progetto Digital Product Passport – afferma Maria D’Amico, marketing manager di D’Amico – aver investito nella tecnologia della blockchain rappresenta per la nostra azienda un’evoluzione, ma anche la conferma del lavoro fatto finora. Ciò che ci ha sempre distinti e che negli anni abbiamo saputo dimostrare ai nostri consumatori è il pieno rispetto delle materie prime e dell’ambiente. Con la blockchain si aggiungono dei tasselli importanti in tema di digitalizzazione e di innovazione per il nostro brand, fornendo al cliente un’ulteriore prova in termini di trasparenza e la sicurezza di offrire prodotti qualitativamente validi provenienti da filiere tracciabili e sostenibili. Ci teniamo a ringraziare Genuine Way per il supporto e la professionalità dimostrate nella realizzazione del progetto”.